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INVIATO CITTADINO Peschiera di San Matteo degli Armeni… Restauro sì, ma nessuno ci restituirà ciò che è annegato sotto il cemento

Una volontà ignorante e irrispettosa della storia decise di coprirla con inerti e cemento. Sottraendola alla vista per realizzare una specie di palco

Peschiera di San Matteo degli Armeni… Restauro sì, ma nessuno ci restituirà ciò che è annegato sotto il cemento.

“La Peschiera, o “Pescaia”, è ciò che resta dell’orto-giardino inaugurato nel 1632 da monsignor Iacopo Oddi”, recita correttamente il comunicato del Comune d Perugia che dà conto dell’inizio lavori e restauro coi fondi dell’Art Bonus.

Perfetta la descrizione della “grande vasca in muratura, sormontata da un muro a nicchioni, bisognosa di restauri riguardanti i materiali lapidei e i paramenti in laterizio, e soprattutto della realizzazione della impermeabilizzazione che consentirà il ripristino della condotta di acqua, che alimenta il circuito”. Tutto giusto. 

FOTO - Peschiera di San Matteo degli Armeni… Restauro sì, ma nessuno ci restituirà ciò che è annegato sotto il cemento


(foto Sandro Allegrini)

E non è senza significato il riferimento al nuovo sistema di illuminazione che consentirà di valorizzare l’intero complesso.

In effetti, specie in eventi tenuti nelle serate estive, la questione della scarsa visibilità risultava di piena evidenza. Ma non si fa parola del colpevole intervento che ha cancellato la canalina di scorrimento nella vasca inferiore del pesce. Si tenne anche un convegno, alcuni anni fa, in ordine alla storia di questo importante manufatto.

Recuperare il complesso peschiera di San Matteo. Mission impossible. Da far grattare la testa agli imprevidenti distruttori

Che assolveva compiti di carattere estetico. Senza trascurare quello alimentare, legato allo svuotamento del vascone superiore e al recupero del pesce che scivolava attraverso la canaletta. Della quale resta solo qualche labile traccia.

Una volontà ignorante e irrispettosa della storia decise di coprirla con inerti e cemento. Sottraendola alla vista per realizzare una specie di palco. Roba da mangiarsi i gomiti… senza poterci arrivare.

Quello della primitiva facies del manufatto era davvero un recupero urgente e indilazionabile. Cui dare priorità rispetto alle pur lodevoli cure del presente. 

San Matteo degli Armeni, peschiera storica dimenticata

Un solo esempio. Della canalina originaria, resta, nella maggiore vaschetta inferiore, semplicemente il ductus, ossia il “doccio” in travertino (foto 4). Tutto il resto è ormai invisibile. E poi, questa distruzione la chiamano “tutela”. Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini.

Questo si sarebbe dovuto recuperare. Prima di ogni altra cosa. L’Inviato Cittadino resterà “vox clamantis in deserto”. Pazienza. Uno stonato, nel coro del conformismo, può far sempre comodo.

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