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INVIATO CITTADINO Perugia, Vito Mancuso affascina un qualificato uditorio a Villa Valvitiano

L’iniziativa nel quadro degli incontri sul tema “Pensare il futuro”, a cura di Gabriella Mecucci in collaborazione con Passaggi Magazine

Vito Mancuso, a Villa Valvitiano, affascina un qualificato uditorio. L’iniziativa nel quadro degli incontri sul tema “Pensare il futuro”, a cura di Gabriella Mecucci, in collaborazione con Passaggi Magazine.

Ilaria Borletti Buitoni fa gli onori di casa con la consueta sobrietà. Rilevando come la pandemia possa costituire un’occasione da cui trarre insegnamento. Sottolinea poi uno speciale apprezzamento per il noto teologo e filosofo, portatore di un costante atteggiamento di grande attenzione alla bellezza nella sua valenza di solido ponte fra etica ed estetica.

Gabriella Mecucci traccia a grandi linee l’àmbito di attività dell’ospite, osservando come la presenza di Mancuso costituisca un elemento di sicuro interesse, in coerenza con la natura degli incontri.

E ricorda il rapporto speciale di Mancuso coi cardinali Martini e Tettamanzi. Ma cita anche alcune posizioni “ribelli” al magistero della Chiesa, rispetto a temi come il fine vita, la fecondazione assistita, l’inferno.

E Mancuso risponde colpo su colpo, negando l’ipotesi di una dannazione eterna. “Ammetto  –  dice  –  la necessità di un percorso  di purificazione, ma la dannazione eterna è anticostituzionale” facendo sorridere il pubblico e Fausto Cardella, che segue con motivato interesse.

Poi alcune perplessità su temi come la resurrezione della carne, rilevandone la contraddizione in una dimensione spirituale  che esclude la fisicità.

Quindi entra in medias res esplicitando le tesi di fondo contenute nel suo “A proposito del senso della vita” (Garzanti, 2021, pp. 103, euro 12).

L’autore cerca di entrare in sintonia col pubblico e dichiara: “Mi rivolgo alla vostra interiorità… che si chiami anima, spirito, mente, ego, psiche, coscienza. In una parola, alla vostra coscienza morale, ma senza moralismi”.

Poi premette una “explicatio terminorum” dice “per fare chiarezza”.

Si tratta di capire il titolo stesso del libro.

E spiega i tre valori della parola senso (significato, sensazione, direzione) precisando “non c’è senso senza consenso”.

Così come la vita, a far capo dai greci, si declina in Bìos, Zoè e Psikè, facendo l’esempio di una pianta, in sala, con la quale si può condividere solo uno ‘stadio’ della vita biologica.

Poi si addentra sul tema della contraddizione, correttamente inquadrata in una logica antinomica. Che include i due temi eterni di bellezza e sofferenza, compresenti e consustanziali all’esperienza umana.

Tante le citazioni dall’amato Spinoza a una pagina (quella del cielo) di Immanuel Kant, ma anche la tragedia scespiriana. Applausi convinti e spunti di discussione. 

Al termine, lunga fila per il firmacopie, con qualche rapido e interessante scambio di idee. Come con monsignor Fausto Sciurpa, teologo e filosofo, priore dei canonici della cattedrale. Che concorda… quasi su tutto. Una oraziana e indispensabile “concordia discors”. Da filosofo, s’intende! E va bene così. Perché una cosa pensiamo di aver capito: che non esiste senso al di fuori della relazione.

FOTO Perugia, Vito Mancuso affascina un qualificato uditorio a Villa Valvitiano

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