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INVIATO CITTADINO Perugia, rimosso il palo pericolante dal piazzale della 'Leonardo da Vinci'

Intervento dell'amministrazione comunale nello spazio esterno della scuola

Il Comune di Perugia rimuove la situazione di pericolo dal piazzale della scuola Leonardo da Vinci e Conservatorio musicale Morlacchi. L’Inviato Cittadino aveva segnalato l’estrema pericolosità di un pesante palo metallico, completamente divorato dalla ruggine alla base incementata nell’asfalto tanto da farne temere l’imminente caduta, con pericolo a carico degli studenti della scuola e dei numerosi frequentatori di quel luogo

L’intervento è consistito nella definitiva piegatura del manufatto che, alla minima pressione da parte degli addetti comunali, è venuto via senza alcuno sforzo, consentendo di anticipare e controllare una caduta dalle conseguenze pericolose. La rimozione è stato il passo successivo. Ora si tratta di sostituire il prodotto ammalorato (necessario per aggrapparvi la rete) per consentire agli alunni di praticare attività sportiva di pallavolo, all’imminente ripresa delle attività scolastiche.

Tanto che c’erano, potevano mettere mano anche al secondo palo che non se la passa molto meglio del primo: prova ne sia il fatto che qualche anno fa è stato sorretto con un “rinforzino” verniciato di bianco (vedi foto relativa). Ma lo stesso rinforzino è a sua volta ossidato. Unica soluzione: la rimozione completa e la sostituzione di entrambi i supporti. D’altronde c’è da dire che quella scuola, tradizionalmente valida sul piano educativo e didattico, anche come conservatorio musicale, è priva di una palestra. E questo da oltre quattro decenni. 

C’è onestamente da riconoscere una storica verità: tutte le amministrazioni, che si sono succedute alla guida del Comune, non sono state capaci di rimediare alla grave lacuna, ossia la mancanza di una palestra dove poter svolgere le lezioni di educazione fisica.  A meno che non si voglia definire 'palestra' un modesto spazio, alto meno di tre metri e inadatto ad attività che comportino un minimo di movimento e la relativa necessità di ossigenazione. Non a caso, esagerando, gli utenti la chiamano convenzionalmente “palestrina”, con una buona dose di umorismo involontario.

Ma questo è un discorso vecchio e stravecchio, sul quale ci riproponiamo di tornare in un prossimo servizio. Perché quando è ora è ora. Anzi è tardi da un pezzo. Se pensiamo che gli studenti di un tempo sono diventati, nel frattempo, genitori e nonni degli alunni di oggi. Che continuano ad essere senza palestra. Corsi e ricorsi…ovverosia: inerzia amministrativa e negligenza nella continuità.

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