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INVIATO CITTADINO Perugia dalla parte della donna: anche una panchina rossa è simbolo di attenzione

Panchine rosse sparse per la città e ai giardinetti Carducci è di recente inaugurazione quella “multisensoriale”, iniziativa dell'Unione italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti onlus

Perugia dalla parte della donna. Anche una panchina rossa è simbolo di attenzione. Le panchine di un tempo...

Cominciò con l’installazione “Senza catene” sotto il portico del nobile Palazzo Della Penna, con quella fanciulla che rappresenta (e invoca) la libertà. Poi, incoraggiate dai tanti femminicidi che svergognano il Paese, altre iniziative consimili si sono fatte sempre più frequenti.

Una panchina rossa vediamo  al parco dei Rimbocchi. Segnala anche il numero antiviolenza locale e nazionale. Spostandoci ai giardinetti Carducci, è di recente inaugurazione la “panchina rossa multisensoriale”, che porta la scritta “Anche le violenze che non si vedono esistono”.

Il “vedere” si lega ai soggetti promotori: in questo caso, l’Unione italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti onlus-APS sezione territoriale di Perugia. L’iniziativa è segnatamente rivolta alla prevenzione e al contrasto delle violenze di genere esercitate sulle donne cieche e ipovedenti.

FOTO Perugia dalla parte della donna: panchine rosse sparse per la città

L’iniziativa è avvenuta col beneplacito della Soprintendenza ai beni culturali, in collaborazione fra il Comune di Perugia, la sede Territoriale di Perugia dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS-APS (UICI), la Rete delle donne Anti Violenza ONLUS, con apprezzato Punto d’Ascolto antiviolenza della zona sociale 3.

Storicamente, le panchine dei Giardinetti - come ben sanno i vecchi perugini - costituivano il punto d’incontro delle coppiette che si scambiavano tenere effusioni in tempi in cui i giovani non disponevano di mezzi di trasporto per isolarsi. Dire a una ragazza “Andamo ai Giardinetti” equivaleva a proporre affetto e tenerezze. E il fatto che lei acconsentisse, specie col favore delle tenebre, equivaleva a una piena accettazione del corteggiamento.

Oggi i tempi sono diversi. Ma quelle panchine conservano il fascino d’antan che le fece equivalere a complici alcove. Vedere oggi le due ragazze in pagina sorridere all’obiettivo ci ricorda che più forte della violenza è sempre la tenerezza. Ed essa deve albergare nei cuori di chi ama. Perché non si senta mai più dire: “L’ho uccisa perché l’amavo troppo”.

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