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Lavori in corso a Palazzo Capocci-Vajani al civico 10 di corso Vannucci

Consolidamento e installazione di un ascensore

Lavori in corso a Palazzo Capocci-Vajani al civico 10 di corso Vannucci. Consolidamento e installazione di un ascensore. Si tratta di un bene tutelato in ragione della sua vetustà, affiancato com’è al Palazzetto dei Notari.

È uno dei palazzi più significativi dell’acropoli, con al pianoterra diversi negozi. E, ai piani superiori, una congerie di studi legali da concentrazione forense unica. Oltre a un celebrato studio di architettura (Giuseppe Tosti e Associati) facente capo a uno dei nomi più noti del mondo ingegneristico regionale e nazionale.

Un cartello avvisa che è in atto un consolidamento del corpo scala.

La scala è ampia e comoda, con un cortile centrale di grande appeal. Ma era tempo che il condominio si dotasse di un comodo ascensore, a disposizione dei numerosi clienti che accedono ai prestigiosi studi professionali.

Al momento non si può entrare da corso Vannucci e va utilizzato l’ingresso da via del Forno, come riporta un cartello nell’androne condominiale.

Un po’ di storia… del nome. Il palazzo – oggi multiproprietà – prende il nome ottocentesco dall’ultimo dei proprietari, ossia la famiglia Vajani. Ma in origine si chiamava Palazzo Capocci, poiché fu il cardinale Nicolò Capocci a curarne l’edificazione (nel 1361) con l’intenzione di farlo utilizzare al Collegio di San Gregorio col nome di Sapienza Vecchia. Che invece fu istituita in via Della Cupa.

Come è fatto. L’intero palazzo è realizzato in travertino e pietra calcarea bianca, materiali di tipico uso medievale, con piccoli blocchi ben tagliati e squadrati. La facciata era arricchita da alcuni stemmi, che vennero abrasi durante l’occupazione francese del 1798. 

Passaggi e uso… Capitano del Popolo e papa Bonifacio. La storicità del palazzo ricorda che, dopo la morte del cardinale Capocci, il palazzo passò nelle mani del Comune di Perugia. Fu utilizzato come sede del Capitano del Popolo e, nel 1392, ospitò papa Bonifacio IX, in visita a Perugia.

A contatto con Malacucina. Il lato su via del Forno costituiva l’appendice del quartiere a luci rosse chiamato Malacucina (ne ho diffusamente trattato nel mio “Perugia a luci rosse”, Morlacchi editore).

Alessi o no? Peraltro, il versante su via del Forno, con scala gotica, impreziosita da rampe eleganti e raffinate loggette, viene attribuito a un intervento dell’architetto perugino Galeazzo Alessi. La cronologia sembra non giustificare l’attribuzione, ma c’è chi parla di un intervento cinquecentesco cui avrebbe, appunto, posto mano l’Alessi.

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