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Lunedì, 2 Ottobre 2023
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INVIATO CITTADINO Non un confronto, ma un dialogo oltre il tempo

Quello instaurato, tra Pietro e Alberto, nella mostra “Nero Perugino Burri” in Palazzo Baldeschi al Corso

Un’efficace sinergia tra Fondazione Perugia e Fondazione Burri.

Dialogo perché, pur esprimendosi con linguaggi diversi, i due vertici dell’arte umbra comunicano. Non gareggiano. Ma interloquiscono.  Tra di loro e con  noi.

Poesia pura. In entrambi i casi. Se richiamiamo il verbo greco poièin che sta par “fare, creare”. Ed è “poeta” chiunque crei in chiave di valori e originalità.

Il creatore/demiurgo è un “posseduto” dal dàimon: un misto di divinità sacra e pagana, umano, troppo umano. Perfino sovrumano. E la sua opera porta lo stigma dell’eternità.

Contemporanei, sì. Perché contemporaneo è l’occhio di chi guarda. E il tempo è uno di quei concetti di cui, col Santo di Ippona, percepiamo esattamente l’esistenza. Ma che non siamo in grado di definire. Perché  scivola come sabbia tra le dita. Eppure è presente e tangibile, ma sfugge.

Non è un caso che il brocardo reciti “Tempus fugit” perché si tratta di una realtà inesorabile.

È difficile essere contemporanei, persino di se stessi. Perché siamo noi stessi a mutare, di momento in momento. E non siamo più quello che siamo stati né sappiamo quello che saremo.

Questa mostra compie il miracolo di proporci due nostri/mostri contemporanei. E ce ne fa meravigliare.

I due curatori, Bruno e Vittoria, hanno spiegato – e spiegano in catalogo – la molla che li ha indotti all’operazione.

Ma non c’è bisogno di spiegare. I miracoli non si spiegano.

Foto - Nero Perugino-Burri. Mostra a Palazzo Baldeschi al corso

(Foto esclusive Sandro Allegrini)

E il Nero che è fattore comune (cromatico, estetico… etico) è il massimo della luce. Perché è grazie ad esso che sono venute alla luce opere preziose. Uscendo dal buio delle coscienze per approdare alla face salvifica dell’arte. E non mi pare sia cosa da poco.

PS. Dal buio alla luce. Ho visitato la mostra insieme ad alcuni miei familiari. Era con noi il grande pittore pop Stefano Chiacchella. Siamo usciti dal buio della mostra alla luce solare. Ma la luce più forte era quella che Burri e Perugino avevano acceso dentro di noi.

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