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Martedì, 19 Marzo 2024
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INVIATO CITTADINO Non solo annuncio della Stagione al Morlacchi, ma grande discorso da ‘pater familias’ di Cucinelli

Un’allocuzione tranquilla, ma densa di valori, rivolta alla comunità civile e culturale che lo ascolta con persuasa ammirazione

Non solo annuncio della Stagione al Morlacchi, ma grande discorso da ‘pater familias’, quello di Cucinelli. Un’allocuzione tranquilla, ma densa di valori, rivolta alla comunità civile e culturale che lo ascolta con persuasa ammirazione.

La conferma per un triennio di Nino Marino alla guida dello Stabile. Un direttore che tiene salda la barra e sicura la rotta, riuscendo a conciliare tradizione e innovazione con un giusto mix di proposte. Ancora un triennio, “perché è un bravo ragazzo”, scherza Brunello. 

FOTO - Non solo annuncio della Stagione al Morlacchi, ma grande discorso da ‘pater familias’ quello di Cucinelli


(foto Sandro Allegrini)

Valorizzare le persone e il lavoro per pensare in grande. Poi gli slanci da tycoon illuminato. L’uscita dalla crisi pandemica. Il futuro traguardato con ottimismo. Perché è questo lo stile che gli è proprio.

La fabbrica come luogo per star bene. Mehr licht, more light, fiat lux. Non più fabbriche come luoghi di lavoro frustranti, col dirigente ai piani alti e luminosi e con la bassa forza al lavoro a capo chino, in ambienti scuri e demotivanti. Il lavoro deve conferire apprezzamento e dignità. Anche con spazi luminosi e confortevoli.

Quell’1 % da destinare al miglioramento delle condizioni di lavoro. “Basterebbe destinare solo l’1% dei profitti per creare condizioni di vita e di lavoro migliori”. Ben lo sanno i Fondi statunitensi che impegnano somme in aziende etiche, rifuggendo investimenti fatti sulla pelle dei bambini che cuciono palloni con salari da fame.

I rapporti con l’Università e l’amicizia col rettore Maurizio Oliviero. La cultura è tale se è di tutti. In specie il teatro apre il cuore e le menti. Benvenuti quindi ai biglietti da 1 euro, destinati agli studenti. Un successo di oggi che prepara gli spettatori di domani. Una perfetta intesa col rettore dello Studium.

La società come comunità educante, il valore della famiglia. Il tutto detto “alla Brunello”, col sorriso, con qualche battuta complice. Anche quando si rivolge al giovane sindaco Romizi invitandolo a parlare “così può andare a casa dai suoi bambini”. Un invito non retorico, ma che suona sincero, affettuoso.

Una programmazione che tutela la memoria. Non è un caso che, a 10 anni dalla scomparsa di Sergio Ragni, con Giampiero Frondini novantenne, la mente vada alla storia del “nostro” teatro. Come, dunque, non commemorare Massimo Binazzi (e ci sarebbero anche Franco Scandolini, Mara Minniti…) e quanti hanno dedicato passione ed energie per gettare i pilastri sui quali si regge lo Stabile odierno? Via, dunque, a “Il male sacro” (1963) rivisitato da Antonio Latella coi giovani della “Silvio d’Amico”.

La commozione di Biancamaria ed Eleonora. Figlia e vedova di Sergio, ne tengono vivi il nome e la memoria. E, in privati colloqui col sindaco, con l’assessore Varasano e con l’Inviato Cittadino (che di Sergio fu sincero amico) apprezzano la decisione (da noi sollecitata) di completare la targa alla Penna con l’indicazione della data di nascita e di morte del grande uomo di teatro. 

LIBERO PENSIERO Palazzo Della Penna. Quella targa a Sergio Ragni che dice tutto… e niente

Lo Stabile e le sue radici. Una campagna di promozione che trova il punto di forza in uno spunto offerto da Antonio Brunori e Linda Dalisi. L’albero monumentale (a breve un nostro servizio dedicato) come prototipo di forza e generosità, antico e sempre attuale. Con la capacità polivalente di dare respiro e trasformarsi, fino a diventare tavola di palcoscenico. In cui si recita l’enigma, bello, eterno e misterioso… della vita.

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