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INVIATO CITTADINO Come, con un colpo di mano, Via Maestà delle Volte diventò Via delle Volte

Una vergogna desacralizzante da cancellare ripristinando l'originale

Come, con un colpo di mano, Via Maestà delle Volte diventò Via delle Volte. Una vergogna desacralizzante. Ripristinare il nome originale!

Il nome antico si richiama a una notazione dello storico perugino Luigi Bonazzi il quale (in “Storia di Perugia dalle origini al 1860”, vol. I, p. 283) ci ricorda come quel luogo malfamato fosse frequentato da tagliagole, ladri e prostitute.

Spazio buio e maleolente, serviva anche da bagno all’aperto dove si defecava e si orinava senza ritegno. Oltre a mettere in atto rapine e congressi carnali prezzolati. Fatto scandaloso, anche perché questo accadeva in aderenza al Vescovado e alla Platea Magna, oggi piazza IV Novembre. E per giunta accanto alla chiesa dove i Priori di fresca elezione giuravano di adempiere con rigore e onestà ai propri doveri.

Da qui l’idea del Comune di farvi realizzare un affresco con un’immagine sacra della Vergine (“Madonna e alcuni angeli”) illuminata da fiaccola perenne come lampada votiva, in modo da dissuadere lenoni, prostitute e malintenzionati dall’esercitarvi i loro loschi commerci (“a scansare sporcizie e turpi convegni”).

La sinopia, ossia lo studio artistico preparatorio, è ancora contenuta all’interno del negozio Niba. La pittura murale fu dunque realizzata e svolse perfettamente il proprio ruolo. Finché, temendone il degrado, fu distaccata e portata in Vescovado, dove ancora si trova. Al suo posto, venne murata la Maestà ceramica (1945) di Germano Belletti (recentemente restaurata da Clarissa Sirci) con i Santi Ercolano e Costanzo ai piedi della vergine in trono. Fu un omaggio dei ceramisti perugini per ringraziare la Madonna dall’aver salvato Perugia dai bombardamenti più perniciosi.

Ma veniamo all’assurdo qui pro quo. Il nome della strada è originariamente Via Maestà delle Volte, anche se l’attuale pietra odonomastica (foto) recita “Via delle Volte”.

D’altra parte, in tutte le guide cittadine, di ieri e di oggi, la strada compare con questo solo e unico nome: Via Maestà delle Volte. Senza incertezze di sorta.

Fra l’altro, non esiste traccia nelle decisioni della Commissione toponomastica né in delibere di giunta del mutamento di nome. Nessun passaggio burocratico, nessuna decisione politica o civile. Solo abuso, abuso, inqualificabile abuso.

Un colpo di mano… inaccettabile. Alcuni anni fa, dovendo sostituire la pietra ammalorata, qualcuno decise che si doveva togliere ogni riferimento alla Maestà (intesa in senso religioso, non certo “monarchico”) e denominare semplicemente “Via delle Volte”. A chi chiedeva spiegazioni (ne ho testimonianza diretta) un operaio addetto al montaggio rispose: “Ormai siamo in Repubblica!”.

La prova nelle dimensioni. La prova provata della sostituzione (e conseguente birbonata) risiede nelle dimensioni della pietra più recente, evidentemente più piccola di quella originaria (foto).

Un processo abusivo di desacralizzazione, gabellato per laicizzazione. Ma si trattò di un atto inqualificabile, passibile di denuncia. Che fare? Il perugino, di solito, si defila con la battuta “Chi te l fa fa’!”.

Che fare? E c’è da domandarselo? Occorre ripristinare correttamente il nome originario. Che invero non è mai cambiato. Se non attraverso un illecito irriverente, un comportamento maligno e fazioso.

Chiedo la solidarietà del Cardinale e degli Amministratori. Vorrei chiedere al cardinale Bassetti, che informo attraverso questa mia nota, di fiancheggiare e sostenere il corretto ripristino. Chiamo in causa anche il sindaco Andrea Romizi, l’assessore alla Cultura Leonardo Varasano, la presidente della Commissione Toponomastica Edi Cicchi.

2 La nuova pietra odonomastica, più piccola della precedente-2

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