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INVIATO CITTADINO Musica dal Mondo, 50 voci d'angelo alla Sala dei Notari

Sugli scudi la The Master’s University Corale, diretta dal pirotecnico Paul Plew che torna a Perugia con entusiasmo

Cinquanta voci d’angelo, in volo dalla Città degli Angeli ai travertini della Vetusta. In trasferta dalla newyorkese Carnegie Hall alla perugina Sala dei Notari. Da Los Angeles (California) alla Patria di Francesco e di Chiara.

Sugli scudi la The Master’s University Corale, diretta dal pirotecnico Paul Plew che torna a Perugia con entusiasmo. Sia per la personale amicizia con Silivestro, sia per la vicinanza etico-religiosa col Pastore Whitman del Centro Evangelico Battista che gli spettatori del Canale 10 conoscono e apprezzano da quando aveva i capelli folti e neri, nelle sue prediche televisive molto seguite.

Grande movimento per la 24esima edizione di Musica dal Mondo, storica Kermesse del Comune di Perugia in efficace sinergia con l’Agimus di Salvatore Silivestro. Che gongola per una sala strapiena e pregusta il dolce sapore del quarto di secolo 2024.

Sul palco una cinquantina di ragazzi e ragazze, alcuni anche strumentisti (chitarra, violino, sax tenore), capaci di far battere all’unisono il cuore di chi ama la musica. E la giovinezza. Anche se diversamente giovane.

Il prestigioso professor Plew è presidente dell’Associazione Direttori di Cori di Chiesa, specializzato in repertorio sacro, ma non solo. Ha lattato generazioni di musicisti e cantanti. Da Los Angeles lo hanno seguito moglie e nipote, insieme a qualche familiare dei coristi.

È dotato di una straordinaria capacità di coinvolgimento del pubblico che riesce a far cantare e battere le mani.

Ha portato i suoi (numerosi) gruppi per l’universo mondo e propone un repertorio di grande effetto. Specialissime “Shalom” di Dan Forrest, il “We are not Alone”, che si veste di riferimenti etico-social-religiosi e uno strepitoso “Agnus Dei”, esecuzione di rango: altro non è che la musica di ‘Platoon’ di Oliver Stone (autore Samuel Barber) in cui si levava il compianto per i ragazzi caduti in Viet-Nam. Un movimento del suo Quartetto per archi, op. 11, composto nel 1936, caro a Toscanini e famoso anche nella versione per coro.

Una chiusura ad effetto ha suggellato la sintonia fra pubblico e artisti. Quando i ragazzi si sono schierati lungo i quattro lati della sala, a fianco degli spettatori. Voci limpide e purissime che si levavano al cielo. L’Inviato Cittadino ha visto qualche lacrima. Compresa la sua. Impossibile non provare commozione. Sincera. Altissima.

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