rotate-mobile
Mercoledì, 27 Settembre 2023
Attualità

INVIATO CITTADINO Mister Jazz, iscritto all’Albo d’Oro

Dice Carlo Pagnotta: “Non sono emozionato”... ma non è così

Spiega: “Perché non lo ritengo un riconoscimento alla mia persona, ma alla mia creatura”.

Manifestazione che si radica nel 1973, dopo anni di appassionata “religione” del jazz.

“Non ero solo. C’era con me il grande Adriano Mazzoletti con cui creammo l’Hot Club, poi diventato Jazz Club Perugia”.

Una triste coincidenza. “Proprio domani [oggi, per chi legge] si terranno a Roma le esequie di Adriano. Per me è un grande dolore”.

Mazzoletti è scomparso due giorni prima, il 18, alla vigilia del suo 88.mo compleanno. Genovese, ma civis honorarius civitatis Perusiae, in ragione dell’antica amicizia e di una non sporadica frequentazione dell’amico Carlo e della città.

L’Inviato Cittadino ricorda che, già tempo fa, Carlo aveva prospettato la fine prossima di Adriano, colpito da una grave e irreversibile malattia.

Quanto al riconoscimento, Pagnotta dice di non essere particolarmente emozionato, ma non è così.

Certo che si emoziona di più prendendo in braccio ed esibendo con orgoglio l’amatissima nipotina. Non ne pubblichiamo la foto per tutela della privacy. Ma possiamo rivelare che Carlo ne è letteralmente invaghito. Perché è bellissima, precoce e simpatica.

Ci ha mostrato, qualche tempo fa, un video girato in casa con la bambina che balla un ritmo scatenato. Come non innamorarsene?

Quale, Carlo, l’auspicio per Umbria Jazz?

“Che, fra altri 50 anni (noi non ci saremo) ci sia, in questa stessa Sala istituzionale, qualcuno cui venga conferito un onore simile a quello da me ricevuto. Vorrà dire che il jazz è vivo e Perugia lo celebra degnamente”.

Significa, in pratica, augurare lunga vita a una passione che si trasmetta alle generazioni future.

Un pensiero anche al cugino più grande, al clarinettista e direttore Alfio Galigani, una delle molle che lo avvicinarono al jazz.

“Era un  grande artista. Un carattere non facile, ma un personaggio tutto dedito alla musica”.

Il sindaco Romizi legge le motivazioni: dànno conto delle ragioni che hanno motivato l’iscrizione di Pagnotta all’Albo d’Oro. Le elenca minuziosamente: dalla ricaduta sulla città, alla vocazione pedagogica delle clinics.

E non trascura di citare le persone che hanno visto questo riconoscimento come doveroso. Fra essi anche l’amico Sandro. E dice la pura verità.

Se non avessero deliberato così come è avvenuto, avrei picchiato duro da queste colonne: stigmatizzando una politica miope e pusillanime. Ma così non è stato. Fortunatamente.

Perché Carlo non è personaggio facile. Prima di tutto dice quello che vuole, non è governabile, non conosce opportunismi. Ma i suoi meriti sono indiscutibili.

Lo riconosce Romizi, come lui nato a Porta Sole. Che più perugini non si può.

Foto - Iscrizione di Carlo Pagnotta all'Albo d'Oro del Comune di Perugia

(Foto Sandro Allegrini)

Una nomina, dunque, che si pone in linea di continuità con l’orgoglio perugino. Quello che – ricorda Romizi – si specchia nella medaglia appesa al Gonfalone. Una medaglia che la Vetusta si è guadagnata come solo altre otto città risorgimentali in Italia.

Quella medaglia che, a noi, discendenti di Euliste, fa stringere il nodo in gola. Ed eccola qui l’emozione (la nostra, ma forse anche quella negata da Carlo) nel sentirsi perugini. Orgogliosamente. Fieramente. Sotto sotto, anche… dolcemente. Come diceva Claudio Spinelli: “Facémo l grugno duro, ma si gratte /sotto la scorza  trove l miele e l latte”.

XX Giugno 2023. Giornata memorabile. Da iscrivere a lettere di bronzo nella storia della città.

Come diceva Lello Rossi: Festa Grande. E grande festa fu.

Si parla di
Sullo stesso argomento

In Evidenza

Potrebbe interessarti

INVIATO CITTADINO Mister Jazz, iscritto all’Albo d’Oro

PerugiaToday è in caricamento