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INVIATO CITTADINO Il villino del Papavero è insidiato da due piante colossali

Un documento del Comune da proporre all’attenzione dei giuristi

Il villino del Papavero è insidiato da due piante colossali che ne minano la sicurezza. Un documento del Comune da proporre all’attenzione dei giuristi. Forte la preoccupazione dei proprietari. Così si rischia di mandare alle ortiche uno degli esempi più luminosi del Liberty perugino dell’Elce. Ma anche di mettere a repentaglio la sicurezza degli abitanti. 

INVIATO CITTADINO Liberty all’Elce. Come ti osservo, e ti conservo, quegli storici edifici dei primi del Novecento

Ne abbiamo accennato in un precedente servizio.

Liberty all’Elce. Il villino Cirenei (per i perugini ‘Villa del pelo’) e quell’enorme pino che incombe. Preoccupazione non immotivata

Aggiungiamo che un secondo motivo di preoccupazione, non visibile dalla strada, è un pino colossale che si protende pericolosamente verso l’orto e il villino. La questione è stata oggetto di una controversia legale, mai andata a buon fine. Nel senso che – dicono i coniugi Bartocci-Pietrelli – è stata alleggerita la parte opposta, col taglio di qualche ramo. Con la conseguenza che il pericolo non è stato rimosso, ma accentuato. Mostrano all’Inviato Cittadino anche uno strato di aghi che ricopre la lor proprietà e che debbono periodicamente far rimuovere. 

FOTO - Il villino del Papavero è insidiato da due piante colossali

(foto Sandro Allegrini)

Ma la situazione più grave, da tutti verificabile lungo la via Annibale Vecchi, è quella legata alla presenza di un colossale Pino di Aleppo che sorge all’interno di una proprietà dall’altro lato della strada.

La storica pianta vanta oltre un secolo di vita. Il tronco è così flesso in direzione della strada (e della casa di fronte) che si è dovuto tagliare la ringhiera metallica che delimita quella proprietà, per evitare che il ferro penetrasse nel legno.

La preoccupazione non data da oggi. Tanto che il proprietario frontaliero non ci dormiva la notte. Poi la richiesta pressante di controlli e il diniego a tagliare.

A questo punto siamo in grado di produrre un documento del Comune sulla cui ortodossia giuridica lasciamo pronunciare gli addetti ai lavori.

Si tratta di una comunicazione ufficiale, notificata al signor Giancarlo Cicogna, protocollato in data 30 marzo 1994, sottoscritto dall’allora responsabile della Sezione Aree Verdi e Impianti Sportivi. Il numero è 22093, Oggetto: Pino secolare di via Annibale Vecchi, 8.

La missiva recita: “Con la presente si comunica che con atto di G(iunta) C(omunale) n°1015 del 24/3/94 è stato deliberato da parte di questa Amministrazione di assumere in carico, come d’accordo con la S.V., la manutenzione ordinaria e straordinaria dell’albero in oggetto, sollevando la S.V. medesima da responsabilità in merito a danni che dovessero verificarsi anche nei confronti di terzi, nel caso di caduta del pino o di parti di esso, affidando gli interventi di manutenzione citata alla Comunità Montana “Monti del Trasimeno” [oggi non esiste più, ed è tutto da vedere se il nuovo soggetto intenda prendere in carico tale enorme responsabilità, ndr], nell’ambito della delega di funzioni di manutenzione e custodia del verde pubblico”.

Questo il testo, parola per parola. Insomma: si mette in conto, tra le ipotesi, che possa ragionevolmente verificarsi una “caduta del pino o di parti di esso”. Con quali conseguenze? Il Villino ne verrebbe distrutto. L’incolumità dei suoi abitanti messa a serio a rischio.

Ci si chiede: può un pezzo di carta [risalente quasi tre decenni fa!], se pure autorevolmente rilasciato da un Ente comunale, mettere in tranquillità chi si vede sopra la testa un albero che pesa centinaia di quintali? E per giunta pendente, in equilibrio precario, pericolosamente proteso verso la propria abitazione? Ne va della pelle, mica scherzi!

Giudichino quanti sono in grado di valutare se le procedure e le scelte sono, e sono state, corrette. Con un po’ di sana comprensione verso la preoccupazione di chi avverte sopra la testa quella spada di Damocle incombente. E ad ogni vento impetuoso o minaccia di nevicata… si sente stringere il cuore.

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