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INVIATO CITTADINO Fontivegge & Friends. Un quartiere si salva anche attraverso la memoria

Partecipata iniziativa di carattere editoriale

Una presentazione legata alla storia e all’identità di Fontivegge. Non solo un nostalgico the way we were (“come eravamo”). Ma una raccolta di preziose immagini che raccontano una realtà non solo urbanistica, ma anche sociale, produttiva, relazionale, antropologica.

L’idea è maturata nella mente vulcanica di Francesco Frattegiani, perfetto conoscitore  del genius loci e appassionato difensore di storia e identità.

Foto - Fontivegge e Belocchio. Un quartiere si salva anche attraverso la memoria

(Foto Sandro Allegrini)

Si è messo così a raccogliere documenti e testimonianze iconografiche. Poi trasformate in un libro prezioso dall’editore perugino Francesco Tozzuolo. Che, in un battere di ciglia, ha dato corpo a una pregevole pubblicazione di 147 pagine, in b/n, carta patinata, cucita a filo di refe, preceduta da una nota del sindaco Andrea Romizi e dell’assessore Margherita Scoccia, di Lanfranco Ghiani e dello stesso Frattegiani. In rappresentanza del Comitato Uniti per Fontivegge.

Dicono Andrea Romizi e Margherita Scoccia: “Fontivegge come prima cintura industriale, luogo aperto al mondo… col primo asilo all’interno della fabbrica, contributo all’emancipazione femminile”.

E Lanfranco Ghiani, presidente del Comitato, rievoca  le antiche Fonti di Veggio (come non pensare alla ninfa etrusca Vegoia?) e la storia del quartiere di cui si auspica la rivitalizzazione.

Il vice presidente Frattegiani  si propone nei ranghi di chi questa trasformazione ha vissuto. A far capo dalla deindustrializzazione degli anni Sessanta, alle prospettive (fallite) del Centro Direzionale, gli errori  di prospettiva del progetto giapponese, i nuovi linguaggi architettonici, la visione distorta della Nuova Perugia.

Il volume ha un titolo invero un po’ lungo, ma in grado di sintetizzare onestamente il contenuto: “Nascita, sviluppo e trasformazione di Fontivegge e Bellocchio. Testimonianze fotografiche del cambiamento urbanistico del quartiere”.

La presentazione in piazza del Bacio, con Rosita Rossetti, ha ottenuto un buon riscontro di pubblico.

Fin troppo facile rilevare come iniziative di questo genere facciano bene alla città. Specie quando si parla di un quartiere aggredito, trasformato, spesso imbarbarito da frequentazioni non raccomandabili.

Tra coloro che hanno conferito immagini: Marco Trinei, Giorgio Faina, Leonardo Belardi, Guido Lemmi, Primo Tenca, Comune di Perugia, Fondo fotografico Ferruccio Schippa, e tanti altri innamorati della città.

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