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INVIATO CITTADINO “Dai manoscritti a Dante pop”: testimonianze d’arte e cultura del territorio

Diversi gli elementi di peruginità presenti nella mostra curata da Carlo Pulsoni e Francesca Grauso

La mostra dantesca all’Augusta (“Dai manoscritti a Dante pop,”) si arricchisce di testimonianze d’arte e cultura del territorio.

La bella mostra, curata da Carlo Pulsoni e Francesca Grauso, espone altri elementi di peruginità. Ci riferiamo a una copia dell’“Inferno di Dante raccontato ai perugini” di Ennio Cricco (Guerra), insieme al “Dante Perugino” di Cricco e Allegrini (Morlacchi).

Più recentemente, a lato del front-office, sono state esposte le tavole che il pittore perugino Stefano Chiacchella ha realizzato per il libro di Cricco-Allegrini. Tra esse spicca la copertina che vede, di spalle, Cricco e il Sommo poeta. E, in quarta, lo skyline di Firenze e di Perugia sovrapposti.

Le illustrazioni di Chiacchella sono fruibili e straordinariamente moderne. Rispondono a una visione pop, ossia popolare che la versione di Cricco ha inteso proporre come racconto dell’anziano davanti al focolare.

Non meno significativa l’esposizione di “Infinite tenebre” (Futura) di Franco Venanti, che contiene il testo dantesco col commento di Attilio Momigliano, peraltro stimato maestro alla Normale di Pisa del filosofo perugino Aldo Capitini. L’edizione è impreziosita dalle 46 tavole che il pittore perugino Franco Venanti ha dedicato all’Inferno. Una sfida tra Signorelli e Botticelli, Doré e Dalì dalla quale esce alla grande il nostro più illustre rappresentante della Nuova Figurazione.

L’opera di Venanti, visionaria, fantasiosa, ispirata, non poteva mancare in un consesso di alto valore artistico e bibliografico.

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