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INVIATO CITTADINO Cosa fare di quel fascio al Mercato Coperto? Tre idee di Tomaso Montanari

Lo storico dell'arte sul manufatto riemerso a Perugia: “Frutto di un restauro, si dice. Ma bisognerebbe dire ‘frutto di una restaurazione’”

Cosa fare di quel fascio al Mercato. Tre idee di Tomaso Montanari. Che, dentro “il venerdì” di Repubblica, definisce il manufatto “Frutto di un restauro, si dice. Ma bisognerebbe dire ‘frutto di una restaurazione’”.

La tesi è che abbia ragione “la parte della città che … conserva il senso della dignità civica”. E sia “fin troppo evidente che a premere sono le ragioni del presente, quelle che preparano un futuro nero”.

Venendo alle proposte, si riassumono in tre possibili scelte.

La prima: staccare quel dipinto dal muro, tutto, anche il Grifo (sono due metà della stessa opera) e portarlo in un museo. Precisando che “cancellare la storia è sbagliato e pericoloso”. E cita Primo Levi “meditate che questo è stato”. Osservando: “È giusto che i bambini di Perugia imparino a conoscere il passato, per non ripeterlo”.

La seconda scelta – secondo Tomaso Montanari –  è quella di lasciare la pittura in loco e nasconderla, con un pannello o una scialbatura. Precisando però che si tratta di “una posizione debole, come mettere la polvere sotto il tappeto”. D’altronde, è stata questa la scelta degli amministratori della città del dopoguerra. 

Terza soluzione, più creativa e coraggiosa, “commissionare un grande murale (o una installazione artistica) con immagini e parole antifasciste che contestino quel piccolo… fascio”.

Le parole di Montanari sono invero assai più forti, ma all’Inviato Cittadino piace, per così dire, spremerne il succo evitandone le asperità. Come contributo a un dibattito che si auspica, quanto più possibile, civile e democratico.

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