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INVIATO CITTADINO Come ti promuovo il territorio coi classici dell’arte. Perugia arriva prima

Venere di Milo di Ballerani-Tippolotti e la Venere di Botticelli dello Studio Testa

Venere di Milo e Venere di Botticelli. Come ti promuovo il territorio coi classici dell’arte. Perugia arriva prima.

Grifo the Best. Ballerani-Tippolotti über alles. Certamente prima dello Studio Testa.

Plagio? Macché! Analogia di pensiero. “Comunque siamo arrivati primi con un messaggio di forte valenza educativa”, sottolinea Paolo Ballerani, sculptor et pictor optimus.

Quale il senso del vostro messaggio?

“In occasione della nostra mostra al MANU, “Il passato è presente”, protrattasi per ben quattro mesi (25 giugno-25 settembre 2022), ci eravamo scelti come brand una nostra opera scultorea realizzata a quattro mani”.

Come a quattro mani?

“Io avevo scolpito, in finto marmo, una Venere di Milo che si sparava un selfie e Mauro Tippolotti aveva colorato la veste in un colore blu, sopra il piedistallo rosso”.

Ricordiamo ai lettori di che si trattava

“Una Venere di Milo di circa cinque metri (per l’esattezza 4,80 m.), posta al centro del prato del chiostro dell’ex convento di San Domenico, dove ha sede il museo. Si trattava di una sfida e di una delle tante provocazioni che l’esposizione intendeva proporre”.

Con quali intenzioni?

“Il prototipo della scultura classica coniugata con la diffusa abitudine al selfie”.

Insomma, un classico e una prevalente dimensione multimediale di carattere narcisistico?

“Una chiamata alla contemporaneità”.

Non c’era anche un messaggio, subliminale ma non troppo, critico nei confronti di un atteggiamento giovanilistico e un po’ superficiale?

“Si voleva dire ai giovani di non fermarsi alle apparenze, di non frequentare in giacimento culturale come il Museo solo per farsi vedere, per dire ‘ci sono stato’. Ma voleva configurarsi come un invito a non fermarsi alla superficie, ad andare in profondità, ad apprezzare le espressioni di arte e cultura tramandateci dall’antico, calandole nella contemporaneità”.

Quali, dunque - lasciando stare risibili rivendicazioni di copyright o accuse di plagio – le analogie?

“La Campagna di promozione dell’Italia nel mondo ‘Italia: open to meraviglia’, costituisce un racconto dei paesaggi, delle mete iconiche delle città d’arte e dei piccoli borghi, delle tipicità enogastronomiche. Un insieme di declinazioni dell’offerta turistica che rende così unico il patrimonio dell’Italia”.

Le somiglianze? Due Veneri, non è un caso!

“Entrambe le comunicazioni prendono come testimonial un classico della storia dell’Arte: la Venere di Milo, nel nostro caso, e la Venere del Botticelli nell’altro”.

Entrambe declinate al femminile

“Esattamente. Due figure femminili, prototipi di forte seduzione”.

Quanto al selfie?

“Entrambe le figure femminili si fanno un selfie. Vanità, autocompiacimento, moda corrente? Tutto qui”.

Le differenze?

“Noi intendevamo promuovere la conoscenza delle potenzialità museali perugine, nello specifico il MANU, e favorire un avvicinamento del pubblico, specie giovanile, all’arte e alla cultura. La Campagna del Ministero è rivolta indistintamente a tutti, promuovendo risorse paesaggistiche, culturali, identitarie, antropologiche e perfino gastronomiche”.

Insomma: niente copiature e… ognuno per la propria strada?

“Proprio così!”.

Anche se a noi perugini fa piacere CONSTATARE di essere arrivati primi.

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