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INVIATO CITTADINO Claudio Spinelli, la promessa: "La Viola tornerà a farsi sentire"

L’assessore Francesco Calabrese risponde al nostro servizio e prende un solenne impegno con la città riguardo alla Viola

L’assessore Francesco Calabrese risponde al nostro articolo e prende un solenne impegno con la città circa il “rientro in servizio” della Viola.

Scrive, in risposta al pezzo, postato dall’Inviato Cittadino sul gruppo social “Amici dell’Accademia del Dónca. Precisando – con grande onestà – che è casuale la coincidenza tra la “prova di suono” della Viola, la campana maggiore di San Francesco al Prato, e il prossimo compleanno del poeta perugino Claudio Spinelli. Osserva Calabrese: “Ovviamente non lo sapevo, o non ci pensavo, contento che possa essere stata un’altra occasione per ricordare Claudio Spinelli”.

Segue una spigolatura personale di grande interesse: “Conobbi Claudio a Palazzo Cesaroni, quando ero giovane assistente di un suo collega, Consigliere regionale”.

A conferma dell’apprezzamento per la sua figura di poeta maximus della letteratura perugina: “Nella mia piccola libreria ci sono anche i suoi versi, personalità di saldo riferimento perugino, innanzitutto per i suoi profili di preziosa umanità”.

È ovvio che Calabrese si riferisce ai gustosi ritratti di personaggi “minimi” della Vetusta di un tempo, in omaggio a quella “poetica degli umili” che il poeta di Porta Eburnea celebrò nelle sue nove raccolte: Boco, Amato, Nicosia con le loro serenate, il falegname Pomice, Tabarrino con le sue sbornie, il giornalaio strillone Ciccillo dalla voce limpida, Memmo Miliocchi, maestro di vita. E tanti altri, degni di essere ricordati.

Segue l’impegno solenne che, anche se a fine mandato, Francesco Calabrese non mancherà di onorare, avendone predisposto gli strumenti: “La Viola tornerà a farsi sentire: va rifatto il collegamento elettrico, ma è un piccolo intervento, così da poterla presto rendere disponibile per San Bernardino”. Grazie a Francesco. Tanto più adesso che è un “ex” e tornerà a compulsare codici e a operare nelle aule di tribunale. Grazie all’uomo: la qualifica più importante, e irrinunciabile, che rimane per tutta la vita. L’unica degna di essere portata all’occhiello come una medaglia. Usque ad finem.

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