INVIATO CITTADINO Ciao, caro, indimenticabile don Angelo
La comunità elcina rende l’estremo, commosso saluto all’ex parroco
La chiesa parrocchiale di San Donato all'Elce stipata all’inverosimile.
Una concelebrazione in grande col Cardinale Gualtiero Bassetti, il vescovo Ivan Maffeis, il parroco don Riccardo Pascolini e il coadiutore don Daniele Malatacca.
Partecipano anche i sacerdoti Giuseppe Ricci, Angelo Salvia, Alberto Veschini (che qui fu coadiutore di don Nazareno Bartocci), Fabio Quaresima, Rino Bartolini.
All’organo Michele Rossetti, a dirigere Valentina Battelli. Ci sono Federica, Silvia, Matteo, Angela, Nicola, Valentina Franzoni, Federica, Cristina. Ieri ragazzi, oggi uomini e donne, genitori.
E anche il neo sacerdote Claudio Faina che di quel gruppo ha fatto parte. E che tiene ancora rapporti di affetto reciproco con gli ex compagni di parrocchia.
Come San Giovanni. Il vescovo Maffeis, nell'omelia, avanza una analogia fra don Angelo e San Giovanni Battista, di cui ricorre la festa proprio oggi, 24 giugno. Dice “Il termine Battista si può leggere ‘Nome di Dio’. Proprio come don Angelo che si è speso in veste di parroco, uomo di catechismo, sport, scuola, generoso formatore.
Concludendo: “È stato proprio un dono di Dio”.
(Foto esclusive Sandro Allegrini)
E spiega che la vita non è un soprammobile, un vaso vuoto. Che occorre superare la stoltezza di chi si accontenta, trascurando impegni e responsabilità.
Unzione dei malati e un arrivederci. Racconta il vescovo: “Quando sono andato con don Angelo Salvia a dare l’unzione a don Angelo Marchesi, l’ho trovato sereno, perfino sorridente”.
Giù la maschera. “Si è abbassato la maschera dell’ossigeno e ci ha dato l’ultimo bacio. Aggiungendo un flebile ‘Arrivederci’, non un Addio”.
Commozione specie tra i suoi ragazzi. Due dei quali (Federica e Valentina) hanno ricordato la montagna, il dopo cresima, la creazione del gruppo dei Gabbiani. Che volevano volare alto.
Va “quasi bene” Ricordando come anche nei momenti bui della malattia, alla domanda su come stesse, don Angelo, con fede e intelligente autoironia, rispondeva “Quasi bene!”.
All’uscita dalla chiesa due cartelloni Il primo con attaccate foto del don nelle varie fasi di età e di attività sacerdotale. In un secondo, gli scatti delle vacanze dei Gabbiani in montagna. Sorridono, come sempre faceva don Angelo. Per un commiato gioioso. Con don Riccardo che sta al gioco e si fa ritrarre insieme a loro.
Evviva! Sembrano ripetere, in coro, non un ciao. Ma, usando l’espressione di don Angelo, il suo gioioso “Evviva!”. Quante volte me l’ha detto incontrandomi. E io rispondevo, ciao!