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Intervista con padre Vasyl Hushuvatyy, responsabile della chiesa ucraina a Perugia

La comunità ucraina ha celebrato con grande partecipazione la propria Pasqua, che non coincide con quella cattolica, ma è di poco posteriore (la nostra il 21, col calendario gregoriano, la loro il 28 aprile, col calendario giuliano)

La comunità ucraina ha celebrato con grande partecipazione la propria Pasqua, che non coincide con quella cattolica, ma è di poco posteriore (la nostra il 21, col calendario gregoriano, la loro il 28 aprile, col calendario giuliano). La collettività ucraina è a Perugia assai numerosa. Già il vescovo Giuseppe Chiaretti cercò di assegnarle una sede idonea. Operazione proseguita dal successore Gualtiero Bassetti. Varie le sedi: dall’Oasi di S. Antonio all’Oratorio del SS.mo Crocifisso di Santa Maria Nuova e, finalmente, la definitiva, ossia la bella chiesa di Santa Maria delle Grazie in via Caprera.

Parliamo con padre Vasyl Hushuvatyy, pastore attivissimo e stimato, che segue gli ucraini, in termini spirituali, ma anche educativi e solidali.

Quali le differenze di religione tra noi e voi?

“Il rito orientale non va confuso con quello ortodosso. Dopo il Grande Scisma del 1054, molte chiese orientali hanno continuato a far parte della chiesa cattolica ed è per questo che c’è stata un’immagine errata, tanto che ancora oggi si pensa che  il rito bizantino sia quello ortodosso. Sono, invece, riti diversi che si sono creati nel III – IV secolo d.C. e che la chiesa cattolica ha accolto, concedendo ad ognuno la possibilità di svilupparsi secondo le proprie caratteristiche. Per il diritto canonico apparteniamo alla chiesa cattolica, ma per la spiritualità siamo orientali ortodossi”.

Parliamo della comunità ucraina a Perugia, per la quale Lei esercita il suo ministero.

“In Ucraina, la maggior parte delle persone sono ortodosse di rito bizantino, ma la maggioranza di persone ucraine che sono in Italia per lavoro, come quelle a Perugia, provengono dalla parte occidentale del Paese, cioè quella cattolica.”.

La vostra Pasqua, che segue il calendario giuliano, prevede una ritualità particolare?

“Si comincia col Giovedì Santo, dedicato alla memoria dell’Ultima Cena e dell’Eucaristia, ed è una festa solenne. Dove è possibile, al Vespro viene anche celebrata la lavanda dei piedi. Nella cattedrale il Vescovo consacra il ‘santo miron’ (olio benedetto)”.

E il Venerdì?

“Nel giorno di Venerdì Santo si celebrano anche le Grandi Ore di Prima, Terza, Sesta e Nona, come accade anche nelle vigilie del Natale e dell’Epifania. Dopo letture altamente simboliche, avviene la deposizione dalla croce e l’adagiamento del Cristo morto nella tomba; usanza, questa, antica e particolarmente significativa”.

Poi?

“Il Mattutino del Sabato Santo, già festivo, celebra la discesa all’Ade del Signore, liberatore di tutti i morti”.

E la Pasqua?

“La celebrazione dell’Anàstasis, Resurrezione del Nostro Signore Gesù Cristo (Pasqua) si articola in vari momenti. Prima di cominciare le Lodi solenni della Resurrezione, si svolge un breve ufficio della preghiera, al termine della quale si riprende l’adagiamento del Cristo morto nella tomba e lo si pone sopra l’altare dove celebriamo la Divina Liturgia. Dopo l’ufficio, verso la mezzanotte, tutti escono dalla Chiesa e segue la processione con l’annuncio della Resurrezione, che di solito avviene fuori della Chiesa. Dopo di che si inizia la Liturgia di San Giovanni Crisostomo e si conclude con la proclamazione dello straordinario Discorso catechetico a lui tradizionalmente attribuito: “La mensa è piena, godetene tutti; il vitello è abbondante, nessuno esca affamato! (…) Nessuno tema la morte, perché la morte del Salvatore ci ha liberati! (…) Cristo è risorto e regna la Vita!”.

Un’ultima domanda. Come vede la possibilità di uniformare le date della Pasqua? Non sarebbe un beneficio anche per i vostri fedeli?

“Speriamo che un giorno gli orientali, ortodossi e cattolici, possano celebrare la Santa Pasqua in un’unica data”.

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