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Influenza, 5mila umbri a letto: la dieta per non ammalarsi, i consigli

È quanto emerge da un’elaborazione della Coldiretti Umbria su dati dell’Istituto Superiore di Sanità

Sono oltre 5.000 gli umbri colpiti dall’influenza nella prima settimana di gennaio, mentre il conto totale degli italiani ammalati ammonta circa a 1.877.000 dall’inizio della sorveglianza.

È quanto emerge da un’elaborazione della Coldiretti Umbria su dati dell’Istituto Superiore di Sanità. Nella prima settimana del 2020 - sottolinea Coldiretti - in Umbria la fascia di età maggiormente colpita è quella dei bambini al di sotto dei cinque anni in cui si osserva un’incidenza pari a 28,41 casi per mille assistiti, mentre nella fascia 5-14 anni l’incidenza è di 13,85 per mille assistiti, nei giovani-adulti (15-64 anni) è di 3,05 e negli anziani di 1,32 casi per mille assistiti. Secondo il rapporto aggiornato InfluNet nella prima settimana del 2020, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo e Campania, sono le regioni maggiormente colpite, con l’incidenza che ha superato i cinque casi per mille assistiti (in Umbria il totale incidenza è stato di 5,80).

Secondo Coldiretti, aumentare le calorie consumate, iniziando la mattina con latte, miele o marmellata e portando poi a tavola soprattutto zuppe, verdure, legumi e frutta, aiuta a rafforzare con l’apporto di vitamine le difese immunitarie dal rischio dell’insorgere dell’influenza favorita dal freddo.

Oltre a frutta e verdura ricca di antiossidanti nella dieta per sconfiggere l’influenza non devono mancare - continua Coldiretti - latte, uova e alimenti ricchi di elementi probiotici quali yogurt e formaggi come il parmigiano e, per alcuni esperti, anche il miele e l’aglio, che contiene una sostanza, l’allicina, particolarmente attiva nella prevenzione.

Fondamentale - sottolinea Coldiretti - è assumere verdure di stagione, soprattutto quelle ricche di vitamina A (spinaci, cicoria, zucca, ravanelli, carote, broccoletti, ottimi anche cipolle e aglio possibilmente crudi per la valenza antibatterica non indifferente) perché danno il giusto quantitativo di sali minerali e vitamine antiossidanti. Nella dieta - prosegue Coldiretti - non vanno trascurati piatti a base di legumi (fagioli, ceci, piselli, lenticchie, fave secche) perché contengono ferro e sono ricchi di fibre che aiutano l’organismo a smaltire i sovraccarichi migliorando le funzionalità intestinali. Per la frutta - evidenzia Coldiretti - di grande importanza per il contenuto di vitamina C, è il consumo di quella di stagione come clementine, arance e kiwi, rigorosamente italiani per evitare che i trasporti ne riducano il contenuto vitaminico.

Va anche ricordato che in un soggetto normale l’assunzione di proteine deve essere compresa tra 0,8-1,3 grammi di proteine per chilo di peso corporeo, per cui - conclude Coldiretti - una buona dose di carne nella dieta non può fare che bene.

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