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Ricordando Guido Lemmi, farmacista, naturalista, speleologo, ‘peruginologo’, storico collezionista… a dieci anni dalla scomparsa

Perugino del Borgo Bello, continuò la professione paterna nella Farmacia al corso, ricevuta in eredità, ma la sua mente e il suo animo aspiravano a più ampi orizzonti

Ricordando Guido Lemmi, farmacista, naturalista, speleologo, ‘peruginologo’, storico collezionista… a dieci anni dalla scomparsa. Il mesto decennale ricorre appunto nella giornata odierna.

Una di quelle figure che rappresentano una peruginità aperta, persuasa, di forte caratura identitaria.

Perugino del Borgo Bello, continuò la professione paterna nella Farmacia al corso, ricevuta in eredità, ma la sua mente e il suo animo aspiravano a più ampi orizzonti.

Fin da giovane, Guido Lemmi rivelò una vastità d’interessi che abbracciavano ambiti diversi: a far capo dalla passione per la modellistica ferroviaria fino all’amore per la montagna [fu Socio fondatore del gruppo speleologico Club Alpino Italiano di Perugia]. Amava il contatto con la natura, praticava attivamente la speleologia, di cui fu nominato Istruttore ad honorem. Per giungere alla storia cittadina, declinata attraverso testimonianze fotografiche e librarie, attuali e d’antan.

Una passione totalizzante, quella dell’archivio fotografico, cui dedicò le migliori energie. Documentando la storia della Vetusta, raccontata tramite testimonianze iconiche che ne attestano la trasformazione urbanistica e la vicenda antropologica, declinandone l’evoluzione di strade e palazzi, costumi e costumanze.

Scaffali zeppi di materiale, accuratamente ordinato e rigorosamente inventariato, catalogato, strutturato in una preziosa narrazione.

Racconta la nipote Elisabetta: “Il nonno non aveva messo insieme solo delle foto, ma aveva anche catalogato tutto quello che può essere ‘catalogabile’ di una città: dagli archi monumentali, alle piazze, alle vie e rispettive posizioni”.

Era così minuzioso da aver perfino inventariato le fontanelle di acqua potabile, disponibili su strade e piazzette, riportandone la posizione e l’immagine nella planimetria della città [l’Inviato Cittadino aveva realizzato un progetto analogo censendo, con aneddoti e immagini, i Vespasiani urbani, finché un incidente informatico danneggiò la consistenza di questa collezione].

I materiali di Guido Lemmi sono una risorsa imprescindibile per chi intenda costruire e ri-costruire la vicenda cittadina.

Un lavoro documentario, rigoroso, scientifico. Una storia per immagini. Lasciata a beneficio della posterità. Scritta, soprattutto, con mente sapiente e cuore generoso. Capace di pulsare all’unisono con albe e tramonti che si alternano fra i travertini della nostra amatissima città. Finché Perugia esisterà. Finché mondo ci sarà.

In ricordo di Guido Lemmi a dieci anni dalla scomparsa


 

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