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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Monteluce, niente case per famiglie: allargato il servizio d'accoglienza, altri 40 immigrati in arrivo

L'immobile dell'Ater in via del Favarone sarà destinato all'accoglienza. De Vincenzi: "E ai genitori separati chi ci pensa?". L'assessore Cicchi: "Dobbiamo evitare il conflitto sociale"

L’immobile di proprietà dell’Ater di via del Favarone, a Perugia, attaccato ai locali destinati alla protezione di richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), verrà destinato all’ampliamento del servizio di accoglienza, che attualmente copre le esigenze di 27 persone, e che così raggiungerà il totale di 65. E'  quanto emerso nell’audizione in Terza commissione, dell'assessore regionale alle Politiche per la casa Giuseppe Chianella, dell'assessore del Comune di Perugia ai Servizi sociali, famiglia, edilizia pubblica e pari opportunità Edy Cicchi, dei responsabili della cooperativa sociale Perusia onlus Bernardetta Gasperi e Claudio Di Somma, del presidente e del direttore dell'Ater, Alessandro Almadori e Luca Federici sulla situazione venutasi a creare per la riqualificazione dell’immobile. L’audizione era stata chiesta dai consiglieri della Lega Valerio Mancini e Emanuele Fiorini e dal consigliere Sergio De Vincenzi (gruppo misto-Umbria Next).

I responsabili dell’Ater, titolare dell’immobile che è stato riconsegnato nel 2014 all’ente edilizio dall’Adisu, hanno scelto, spiega una nota della Regione Umbria, "d’intesa con il Comune di Perugia di effettuare i lavori di manutenzione con destinazione Sprar (Sistema protezione richiedenti asilo e rifugiati), già presente nelle vicinanze e gestito dalla cooperativa sociale Perusia onlus, anziché trasformare l’immobile in case per famiglie, una soluzione che avrebbe comportato una spesa di almeno un milione e mezzo di euro, mentre per la soluzione rivolta agli studenti sono sufficienti circa 250mila euro". 

Edi Cicchi, assessore del Comune di Perugia che è titolare del servizio Sprar, ha detto "che si è arrivati a questa soluzione dopo aver rilevato che il precedente sistema di accoglienza in case e appartamenti aveva fatto emergere difficoltà da parte dei soggetti gestori (la cooperativa sociale) e si è pensato anche di individuare un luogo che evitasse situazioni di conflitto sociale". Insomma, il sistema dell'accoglienza va rivisto. 

Durissima la replica del consigliere regionale De Vincenzi: “Intanto per bocca della Cicchi è stato ammesso ciò che dal 2015 è stato sempre negato e cioè che la concentrazione di numerosi immigrati presso l'ostello di Ponte Felcino, come per altro di strutture analoghe, ha generato problemi sia di gestione interna che nel contesto cittadino, suggerendo così di orientarsi verso un modello di accoglienza diffusa sul territorio". E ancora: "I rappresentanti della cooperativa hanno parlato anche di progetti per genitori separati che, trovandosi in difficoltà economica, hanno bisogno di alloggi, che comunque non saranno, per ammissione degli stessi, quelli di via del Favarone. Ma allora perché non mettere insieme la proposta di legge del consigliere Smacchi, che prevede uno stanziamento a pioggia, attraverso i Comuni, per i genitori separati di 300mila euro e dare la possibilità all'Ater di ristrutturare l'edificio di via del Favarone?".

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