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Il blog di Parlavecchio | Coronavirus, il modello Italia è propaganda, l'unico modello sono i soccorritori in prima linea

Modello Italia. Due parole ripetute all’infinito da giorni.  Un’eco continuo di quello che è solo uno stucchevole slogan molto più adatto alla propaganda nazional popolare che alla comunicazione di un Paese che soffre. Vorrei sapere cosa vuol dire Modello Italia. Forse che siamo il Paese con il maggior numero di decessi anche a causa del Coronavirus?

Forse perché in un primo momento la comunicazione del Governo ci ha raccontato di abbracciare tutti i cinesi, poi ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale, poi che andava fatto ripartire tutto anche consigliando di uscire e vivere senza paura tra un aperitivo e l’altro, ed infine a colpi di decreti a singhiozzo, sempre confusi, ha decretato lo stato di guerra in un crescendo non pianificato.

Forse perché l’opposizione ha prima chiesto di chiudere tutto, poi di aprire il mondo economico e sociale ed infine di serrare anche il respiro senza mai pretendere la cosa più naturale, quella di riunire il Parlamento, almeno con gruppi ridotti nel rispetto della rappresentanza democratica. Forse perché dobbiamo tutti essere pronti a fare sacrifici tranne i parlamentari e calciatori, cioè gli unici che hanno libero accesso ai tamponi anche asintomatici e che possono lascare la quarantena senza conseguenze.

Forse perché il nostro calcio, utilizzando la presunta autonomia dello sport, decide di non decidere sullo stop agli allenamenti lasciando l’ultima scelta alle società come se vivessero al di fuori delle regole di normale convivenza. Forse perché un Ministro della Repubblica si presenta in conferenza stampa con una mascherina attaccata all’orecchio con l’intenzione di fare polemiche ed ironia, alla faccia della memoria di tutti coloro che sono deceduti e dei loro cari. E’ proprio il caso di dire che dovrebbe stare a casa, in tutti i sensi.

Forse perché tra i servizi aperti considerati essenziali ci sono i tabaccai… Forse perché alcuni sono più preoccupati del loro jogging che della salute di chi gli sta accanto. Forse perché in pochi giorni siamo già al terzo modello di autocertificazione per uscire da casa, come se di problemi ce ne avessimo già pochi… Forse perché per fare una donazione alla protezione civile l’unica soluzione è un bonifico, quando sarebbe bastato un numero di telefono per far diventare popolare l’aiuto tramite un semplice click.

Lasciamo stare la propaganda e concentriamoci sulle persone perché molte di loro sono veramente dei modelli: quelle che rispettano le regole anche se pesano, quelle che agiscono guardando oltre il proprio naso, i sindaci in prima linea che si stanno dedicando ai loro cittadini con il mandato nel cuore, gli operatori della sanità, gli addetti alle pulizie e tutti coloro che sono impegnati a portare avanti servizi essenziali anche per quelli che preferiscono lamentarsi tutto il giorno perché gli è stata tolta la loro ora d’aria.

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