INVIATO CITTADINO Perugia si prepara a un Halloween coi fiocchi
Tutte le novità da Divertilandia (in chiave internazionale)
Stanotte si festeggia, tra morti viventi, dolci, danze e zucche. Perugia si prepara a un Halloween coi fiocchi. Tutte le novità da Divertilandia. In una dimensione internazionale: ispano-americana… e non solo.
“Dopo la pandemia, è questo l’anno della piena ripresa”, osserva Lorenzo l’Episcopia, storico operatore del più grande emporio del gioco e delle maschere: una struttura che non ha pari nell’intera Europa.
“Il lavoro in negozio – ci dice – si concentra in una decina di giorni: quelli prossimi alla festa. Mentre le vendite sul web si dipanano per l’intero mese fra ottobre e novembre”.
Ed ecco le novità. Non più solo teschi, cappelli da strega, denti da vampiri e sangue a profusione. Ma la ripresa tematica di vere e proprie saghe che imperversano al cinema e in tivvù.
Grande successo per oggettistica e maschere che si richiamano all’epopea Netflix ‘Squid Game’. Un gioco al massacro che, dietro la promessa di risanare situazioni finanziarie debitorie, espone i disperati concorrenti al rischio di decapitazioni e spargimenti ematici. Un vero rivolo di sangue: “Piscinello”, si dice a Perugia, in memoria della Fonte a valle di via dei Priori, con gli esiti a rivolo degli scontri di Oddi e Baglioni.
Numerosi i riferimenti alla lingua spagnola, in variante sudamericana. Maschere, oggetti, simulazione di personaggi che vanno dai “concorrenti” al “guardiano” (maschera nera con disegnata una forma bianca di quadrato, triangolo o cerchio), alla Bambola Assassina che uccide i concorrenti, beccati in movimento quando si gira nel gioco di “Un, due, tre, stella”.
Non mancano tatuaggi finti e maschere trasparenti, costellate di rose e di teschi. Per non parlare dei costumi (da 50 euro in su): preconfezionati e addirittura su misura, fatti dall’atelier interno di sartoria.
Vanno forte anche le maschere legate alla serie “La casa de papel” (la Casa di Carta): un criminale ha un piano per realizzare una grande rapina con spargimento di sangue. Recluta otto soggetti che “non hanno nulla da perdere”.
Ma il vero trionfo è quello che richiama il “Dìa de Muertos”, con la notissima figura di Coco, tradotto anche in un celebre film e cartone. Mi funge da guida mia nipote Sofia, ispanista e tifosa di Coco. Mi ricorda la tradizione ispano-messicana dei “Flores de cempasùcil”, ossia sentieri cosparsi di petali, sui quali cammineranno antenati indotti al ritorno. Un Orfeo che non si gira e che porta memoria e ascendenze, orrore e presenze su, nel modo dei vivi. In un (in)auspicabile ritorno da zombie.
Con tanto di dolcetti di zucchero (“pane dei morti”) che evocano le nostre “fave dei morti” e gli ossicini o “stinchetti”, femori e teschietti, ritrovati perfino nelle nostre necropoli. Senza trascurare il sale esorcizzante, i cibi gustosi, le statuine dei defunti (un po’ le nostre fotografie o le sculturine di Lari e Penati romani).
(foto esclusive Sandro Allegrini)
Insomma: da Divertilandia c’è la fila per omaggiare i nostri cari. Festeggiando, brindando, folleggiando. Halloween, festa del consumo e della vita che trionfa sulla morte. Ma attenzione ai nefasti casi della Corea del Sud, dove il divertimento vira in immane tragedia.
Divertiamoci, ma… cum iudicio! E se Halloween fosse anche un’occasione di cultura? Oltre a farci serbare memoria di quanti ci hanno preceduto nel dipanarsi dell’avventura esistenziale? E poi a Perugia c’è anche la Fiera… ma questa è un’altra storia.