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La Sagra di Pianello chiede il "green pass", sui social si scatena il boicottaggio

Da chi minacce querele (per cosa?) a chi cita leggi e norme contro le regole anti Covid e chi invita a sfidare i controlli e fare ricorso al giudice di pace o al Tar contro le eventuali multe

Gli organizzatori della Sagra del fungo di Pianello postano un’immagine di Gandalf (tratta del film di Peter Jackson) che ricorda agli eventuali clienti che per accedere alla stessa è necessario il “green pass” e sui social di scatena l’attacco.

Gli organizzatori, come per tutte le sagre che hanno aperto in questa estate macchiata dal Covid, chiedono il “green pass” e ricordano che si ottiene dopo “aver effettuato la prima dose o il vaccino monodose da 15 giorni; aver completato il ciclo vaccinale; essere risultati negativi a un tampone molecolare o rapido nelle 48 ore precedenti; essere guariti da Covid-19 nei sei mesi precedenti”.

“Da boicottare, grazie per esservi dichiarati apertamente” è un primo commento, al quale gli organizzatori rispondono: “Il concetto è molto semplice. La legge ci impone questo e noi ci dobbiamo adeguare. Tanto per chiarire, questa situazione ci danneggia come associazione, ma non possiamo fare diversamente senza rischiare gravi sanzioni”.

Un altro utente social replica: “Quali sanzioni? Quelle illegittime che spaventano ma non saranno mai applicate o se applicate davanti a un giudice di pace verranno tolte?”. Forse non hanno mai sentito parlare di avvocati, di diritti di cancelleria e di costi per qualsiasi azione giudiziaria o di contestazione di multe e contravvenzioni e di quanto tempo passa prima di avere un risultato (che può anche essere negativo). C’è anche chi invoca il ricorso al Tribunale amministrativo regionale, non sapendo quanto costi un ricorso di tal sorta.

Un’altra utente scrive, in riferimento al green pass: “Potete chiedere se lo abbiamo, ma non siamo obbligati a mostrarvelo… svegliatevi lo Stato vi danneggia”. Forse la signora dovrebbe leggere meglio articoli e normative, in quanto il grenn pass può essere richiesto e va mostrato, è il documento di identità che non può essere chiesto visto che i volontari della sagra non sono agenti di pubblica sicurezza. Anche se il Garante alla privacy ha, poche ore fa, ricordato che i gestori dei locali possono chiedere il documento di identità per controllare la corrispondenza tra documento e green pass.

Poi c’è chi tira fuori normative europee di dubbia veridicità, autocertificazioni di green pass che non sono riconosciute da nessuno e foto di documento che sembrano scritti nel XIX secolo.

Sono, però, moltissimi quelli che invitano a boicottare la sagra: “Fallirete e se vengo io passo di sicuro e vi denuncio” scrive un utente. Innescando la risposta del social manager della pagina della sagra: “Denuncia per cosa?”.

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