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Giornata Internazionale della Famiglia, ma la famiglia in Italia è dimenticata dal Governo

Intervista al coordinatore regionale dell'Associazione Famiglie Numerose: "Amarezza e scontento per le famiglie, fulcro della società, che hanno tenuto duro in questo tempo difficile"

Il 15 Maggio si celebra la Giornata Internazionale della Famiglia, istituita nel 1994 dall’ONU. Qual’è il significato di questa festa, in un momento tanto difficile per l’umanità a causa della pandemia da SarsCovid-19? Ne abbiamo parlato con Vincenzo Aquino, coordinatore regionale assieme alla moglie Sarah dell’Associazione Nazionale Famiglie Numerose.

“Questa ricorrenza ha quest’anno un sapore amaro per noi famiglie. L’amaro in bocca che abbiamo per essere stati messi da parte per l’ennesima volta dal Governo, che non ha incluso nelle misure per la ripartenza del Paese dopo il fermo per il Coronavirus nessuna reale politica a sostegno di chi ha figli. Sarebbe davvero ora di scendere in piazza...”.

A parte il “contentino” del prolungamento del bonus baby sitting, infatti, non emergono altri interventi per le famiglie che in questi mesi si sono sobbarcate tutti i disagi di avere i figli chiusi in casa, alle prese con le difficili lezioni on line, con la mancanza a volte di spazi e di strumenti per far collegare a internet i ragazzi, con l’inevitabile disagio psicologico di veder crollare tutto il prezioso bacino delle relazioni con gli amici...etc.

“La famiglia ha svolto egregiamente il suo ruolo - prosegue Aquino - dimostrando in questo tempo di essere veramente il fondamento e il futuro della società. Ha supportato tutte le carenze, facendo brillare i valori che porta in sé. Mai come oggi è chiaro che bisogna puntare sulla famiglia, darle fiducia e valorizzare tutto il buono e il bello di cui è portatrice”.

A parte le battute sul lockdown e sulle supposte conseguenze positive che avrebbe avuto sulla natalità, cosa c’è da dire sul futuro della famiglia?

“La famiglia e l’intera società in questo momento hanno bisogno di essere vitali: adesso il futuro è carico di incertezze, fa più paura e le famiglie si chiuderanno ancora di più in se stesse e non faranno figli. Ecco perché ora più che mai servono politiche di incentivo alla natalità. Quale futuro per il nostro Paese e per la nostra società se non si faranno più figli? E’ ora di interventi stabili e duraturi, nonché di iniziative sul piano fiscale, sociale e umano, senza nessun tipo di ideologia o di strumentalizzazione, facendo un discorso matematico, che possa promuovere e sostenere chi decide di fare famiglia e mettere al mondo dei figli”.

Va detto che ultimamente alcune iniziativa da parte delle amministrazioni locali erano state recepite: ad esempio, l’entrata del Comune di Perugia e di altri comuni regionali nella rete nazionlae dei comuni Familiy Friendly ha innescato un lento ma virtuoso cambio di prospettiva nei confronti delle famiglie. ANFN è tra i promotori di questa iniziativa.

“Certamente, così come siamo sempre disponibili a lavorare con le istituzioni per indicare dal di dentro quale sono le tematiche più urgenti su cui impostare le politiche familiari. Inoltre in Umbria stiamo dialogando con la Regione per l’approvazione di una legge regionale per la famiglia che concretizzi tutte le buone prassi che abbiamo già individuato e attuato nei vari comuni”.

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