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VISTI PER VOI “Gerico Innocenza Rosa”: una difficile transizione fra amore e indifferenza

Un tema trattato da un’intensa Valeria Solarino

Teatro Mengoni. Una difficile transizione fra amore e indifferenza. Un tema trattato da un’intensa Valeria Solarino.

“Gerico Innocenza rosa” (in esclusiva regionale) è il titolo della pièce scritta da Luana Rondinelli che ne ha curata anche la regia. Un monologo convintamente affrontato dalla Solarino.

La storia è quella di Vincenzo, nello status del percorso di “transizione”. Si confronta con le donne di casa (nonna partecipe, madre ostile) alla ricerca di un’auspicabile solidarietà “femminile”.

Un difficile processo di ansia e richiesta di conferme d’identità, nella dualità dell’incertezza tra essere e voler essere. Misurandosi col pregiudizio, con l’animo proteso verso il bisogno di amore e comprensione. Un appello, spesso inascoltato, rivolto a parenti, amici, vicini di casa.

Una parlata siciliana (catanese?) semplificata, italianizzata negli appoggi, ma caratterizzata in senso linguistico e (soprattutto) antropologico.

Uno spettacolo che parla di identità, indirizzato contro ogni tipo di discriminazione. Una tematica trattata con delicatezza attraverso i racconti di Vincenzo che interpreta una pluralità di persone/personaggi perfettamente resi.

Una Solarino talmente compresa nel ruolo da versare lacrime di commozione. Vere, non da cipolla. Fino a coinvolgere lo spettatore, solidale con le ragioni che inducono Vincenzo a sentirsi, ed essere veramente, Innocenza Rosa. Veramente “rosa”, veramente “innocente”.

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