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INVIATO CITTADINO Smontata la parte perimetrale del gazebo davanti al Brufani

Si trattava di una chiusura a vista realizzata in cristallo e metallo

C’è chi ne è soddisfatto e chi grida alla persecuzione. Mettetela come vi pare. Il fatto è che è stata smontata la parte perimetrale del gazebo davanti al Brufani. Si trattava di una chiusura a vista, realizzata in cristallo e metallo. La sua funzione: quella di proteggere i clienti dal disagio termico… dall’invadenza dei piccioni e tanto altro. 

FOTO - Smontata la parte perimetrale del gazebo davanti al Brufani

Il manufatto suscitò qualche reazione discordante fin dalla sua installazione. Ci fu chi ne lamentò l’invadenza. Chi avanzò dubbi relativi al rilascio delle relative autorizzazioni di Comune e Soprintendenza.

Noi ci limitammo a riferire la notizia, evidenziando la non veridicità di alcune affermazioni raccolte all’epoca nell’acropoli.

Falso era il fatto che quel manufatto impedisse l’accesso alla balconata, da cui si scopre uno splendido panorama. Da qui si affacciavano il poeta perugino Sandro Penna e il pittore Franco Venanti, stando a quanto riferiscono nelle loro opere.

Non risponde a verità l’asserzione che il gazebo impedisse l’accesso: infatti tra il manufatto e l’aiuola corre uno spazio di oltre due metri che consentono comodamente il passaggio non ad una, ma a diverse persone allineate.

Altra osservazione negativa, e non veritiera, si riferiva al fatto che il gazebo si interponesse coprendo del tutto il panorama. Anche questo è falso, o non completamente vero, dato che la chiusura esterna era realizzata in cristallo, ed era dunque trasparente. Non una piena occlusione, dunque, ma una parziale e ridotta ostruzione. Peraltro esclusivamente dal lato destro, in aderenza all’edificio.

Ora vediamo che gli sportelli per tutto il perimetro sono stati smontati.

Non sta a noi verificare se tutto fosse stato compiuto nel rispetto delle norme e in possesso delle dovute autorizzazioni. A livello di buon senso, saremmo portati a pensare che, per un investimento del genere, si siano prese le dovute cautele.

Come sia, il gestore del bar-ristorante, da noi contattato, non rilascia dichiarazioni. Basti, dunque, rilevare la circostanza dello smontaggio, che ha lasciato la struttura portante e la pedana. Del resto non c’è più traccia.

Saranno accontentati gli eterni criticoni che vedono come il fumo agli occhi qualsiasi innovazione. In nome di una tutela dell’esistente che è giusta, quando equilibrata dal buon senso. Se, invece, tutelare significa avere un’acropoli deserta… allora ci pare che il buon senso manchi del tutto. Insomma: “Laudatores temporis acti” nostalgici e incapaci di cogliere le trasformazioni e di adeguarsi… quel tanto che basta. Alle legittime esigenze di lavoro avanzate dagli operatori del settore turistico e della ristorazione. Che debbono pur campare. Anche loro.

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