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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Trasporto pubblico, chi lavora al sabotaggio del Frecciarossa?

L'architetto Luigi Fressoia interviene sulle nuove fermate del convoglio Perugia-Milano e l'allungamento dei tempi di percorrenza

Quel sabotaggio è frutto di una manovra da “prenditori”, più che da “imprenditori”. Nel post dell’architetto Luigi Fressoia si parla provocatoriamente di “sabotaggio del Frecciarossa”.

Ma vediamo quali argomentazioni fanno emettere questo duro giudizio. Insomma: anziché migliorare le prestazioni, a séguito di certe volontà oscure, il servizio viene peggiorato.

Spiega l’architetto: “Col nuovo orario dal 18 febbraio, il Frecciarossa perugino impiegherà due ore solo per Firenze (minuti 119), quando ne impiegava 81 (un’ora e venti) nell’originario Frecciarossa, istituito tre anni fa”.

Ma non basta.

“Ugualmente al ritorno: da Arezzo a Perugia invece dei consueti 42 minuti, si passa a 59!”.

Si sottolinea: “Invece il Tacito rimane a suoi consueti 52 minuti: prova provata del sabotaggio”.

Insomma, c’è chi lavora al tanto peggio?

“Invece di prolungare il Frecciarossa perugino su Terni, servendo tutta l’Umbria, lo sabotano, così da renderlo inappetibile, minando alla radice il suo successo presso il pubblico. Non hanno il coraggio di abolirlo direttamente come desiderano”.

Si potrebbe invece “farne tre/quattro al giorno in orari comodi, spostandovi i soldi sprecati su tanti treni locali di bassa qualità che non prende nessuno”.”.

Si agisce molto male.

“Invece occorrerebbe istituirne il corrispondente, ovvero un pari treno veloce che, grosso modo alla stessa ora di mattina, parta da Torino-Milano per venire/tornare in Umbria senza mai cambiare ("L'Umbria in un giorno")”.

Di chi la colpa?

“Quali siano le cosche che da tre anni avversano questa benefica innovazione, che supera nei fatti il cosiddetto "isolamento dell'Umbria", non è dato sapere”.

Dunque, responsabilità che si possono solo ipotizzare, ma vengono indicate delle… piste.

“Colpa, forse, di certi ambienti pseudo-imprenditoriali che tendono a realizzare la Stazione Medio-Etruria. Stazione del tutto inutile, ma dal costo lucrosissimo: all’inizio 30 milioni di euro. Ora, con la scusa del Recovery, salito a ben 230 milioni”.

Interessi convergenti con quello dei “prenditori, sostenitori del famoso Nodo di Perugia, altri 450 milioni per un'opera esagerata e inutile, oltre che di forte impatto”.

Proseguono altre ipotesi sui sabotatori, fino a individuare tra essi “la stessa Trenitalia, ramo Traffico Locale, che vede nel successo dei Freccia (altro ramo della stessa azienda) una minaccia alla propria rendita di posizione (36 milioni/anno che la Regione le dà per treni locali di bassissima qualità)”.

Che fare? Chi si deve muovere?

Provoca Fressoia: “Che dice il sindaco? I sindaci? Che ci stanno a fare fior di consiglieri regionali, assessori, parlamentari? Ingegneroni, architettoni, dottoroni, che ci stanno a fare? A succhiare lo stipendio, mentre Perugia viene massacrata e sbeffeggiata?”.

Conclusione: “I Perugini hanno carattere o sono ancora allo stato pontificio?”.

Questa la posizione di una voce importante della realtà associativa locale e nazionale.

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