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Il blog di Parlavecchio - La Francia premia Carola, ma condanna l'italiana che aiutò dei migranti a passare il confine

E' stata condannata dalla corte d'appello di Aix En Provence a sei mesi di carcere, pena sospesa, per aver aiutato otto migranti ad attraversare il confine da Ventimiglia verso Mentone

Secondo un sondaggio commissionato di recente, la maggioranza degli italiani ritiene troppo morbide le misure adottate dal nostro Governo in tema di immigrazione. Considerate le polemiche degli ultimi giorni sembra quasi un assurdo ma, al netto dei grandi proclami o delle battute da spacconi, in realtà abbiamo solo iniziato un percorso di allineamento alle legislazioni dei Paesi europei ed oltre, su un tema che avevamo trascurato. ù

La vicenda della “capitana” della nave Sea Watch è stata emblematica di come si è voluto creare un affronto politico nei confronti dell’unico Paese che per anni era rimasto indietro, aveva ragionato a frontiere aperte senza alcun controllo.Tant'è vero che la molto osannata Carola è stata premiata con una onorificenza a Parigi solo perché gli immigrati li ha portati in Italia, se li avesse portati in Francia, considerati i metodi utilizzati dai transalpini sulla gestione dei migranti, l’avrebbero come minimo arrestata …Non è una considerazione personale: lo dimostra la vicenda di un’italiana, Francesca Peirotti che da tempo vive a Marsiglia.E' stata condannata dalla corte d'appello di Aix En Provence a sei mesi di carcere, pena sospesa, per aver aiutato otto migranti ad attraversare il confine da Ventimiglia verso Mentone.  L'accusa per lei è "favoreggiamento dell'immigrazione clandestina in territorio francese".Avrebbe trasportato su un furgone con il logo della Croce Rossa otto richiedenti asilo arrivati in Italia e rimasti bloccati a Ventimiglia. 

Tra loro c'era anche un neonato..E se non bastasse, pensate ad una nave che si avvicina alle cose degli Stati Uniti. No, scusate. Non potete neanche immaginarlo perché se qualcuno prova ad avvicinarsi viene immediatamente bombardato. Poco importerebbe se in quel momento ci fosse un Governo Repubblicano o Democratico, Trump o Obama, la reazione sarebbe la stessa. Loro difendono i confini territoriali ad ogni costo, per ragioni di sicurezza interna.Solo da noi questi diventano questioni nazionali. Non a caso in Olanda, Paese multietnico ed aperto, quello stesso di cui la Sea Watch 3 batte bandiera, gli organi di informazione si sono completamente disinteressati della vicenda.Purtroppo il problema è politico, e affonda le proprie radici in quello stesso scontro ideologico che ci ha lasciato anni luce indietro rispetto a quei Paesi che vivono anche di provvedimenti di unità nazionale.  

E poi arrivano le denunce…In un ambito dove tutti hanno paura di prendere decisioni, ci manca solo il mirino della responsabilità giudiziaria su scelte politiche per rendere ancora più immobile il nostro Paese.Il problema è sempre lo stesso, manca un piano solidale europeo per la gestione dell’immigrazione che distingua i profughi veri, cui va il nostro doveroso supporto dai migranti “commerciali”, sui quali ci vogliono politiche di scelta sovranazionale.E allora tra la voglia di protagonismo di uno e la campagna elettorale degli altri, i più deboli ci rimettono sempre.  Adesso non serve ricordarci chi siamo noi, dove siamo andati e tutta la nostra storia migratoria.  Ora il tempo è un altro; abbiamo un urgente bisogno di ritrovare una minima idea di legalità e di rispetto per le regole, senza colore o estrazione sociale.Bisogna eliminare il traffico di persone innocenti colpendo direttamente gli scafisti, a monte.La questione non è tra intolleranza ed accoglienza ma tra diritto di accoglienza ed accesso senza controllo.Solo così sarà possibile accogliere degnamente coloro che hanno diritto a tutta la nostra sincera solidarietà.

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