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Venerdì, 19 Aprile 2024
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INVIATO CITTADINO Impariamo a manutenere l'esistente

Lo Steccone in bilico… ma intanto Luisa dagli occhi belli viene divorata dalla ruggine

In attesa dell’eventuale costruzione del nuovo, cerchiamo almeno di manutenere l’esistente! Questa la battuta che circola in città.

Lo Steccone in bilico… ma intanto Luisa dagli occhi belli viene divorata dalla ruggine.

Ferve la discussione circa l’opportunità o meno di completare lo Steccone, come si chiama l’“incompleta” da piazza del Bacio fino a via Mario Angeloni. Ma purtroppo, negli anni, è successo un po’ di tutto. Del Favero in crisi, sovradimensionamento, abbandono, degrado. 

FOTO - Lo Steccone in bilico… ma intanto Luisa dagli occhi belli viene divorata dalla ruggine

Posizioni divergenti, anche nell’ambito dell’Amministrazione in carica. Con bivalenti prese di posizione dei residenti di prossimità.

C’è chi dice: “Dopo la riqualificazione della zona, la rivitalizzazione legata anche alla pista skateboard, è tempo di completare l’operazione immobiliare che dorme da decenni”.

Dal lato opposto, quanti – alla notizia che potrebbe sorgervi uno studentato – commentano con la battuta acida: “Ma chi volete che mandi i figli in quel bronx, tra spaccio e degrado?”.

Posizioni tutte lecite. Anche se le Associazioni di quartiere fremono sollecitando una soluzione.

A fronte di tutto questo, c’è una presenza artistica che langue. Parliamo della Luisa, l’elegante profilo metallico che i perugini chiamarono col nome della mamma della Perugina e della lana d’angora. In memoria del fatto che in quel luogo sorgeva la Fabbrica del cioccolato con la sua carica di saperi e sapori, densa di identità e intrisa di storia locale. “Peccato di gola” (per dirla con Sandro Penna), scivolato a San Sisto.

Ricordo che quella scultura era stata pensata come installazione provvisoria. Ma poi piacque così tanto ai perugini che si decise di lasciarla.

Luisa, con l’età, aveva la vista bassa. Nel senso che i suoi occhi erano flebili o spenti. E l’Amministrazione ha fatto benissimo a incaricare chi di dovere di sostituire i fari che ora splendono e nobilitano.

Un degrado “arrestabile”. Ciò che invece non va è la condizione di degrado di quel metallo, divorato dalla ruggine. Non sarebbe complicato, né costoso, incaricare uno specialista di ripulire, rimuovere l’ossidazione, dare minio e riverniciare con idoneo prodotto da esterni.

Lo dobbiamo anche all’artista Bruno Ceccobelli, troppo appartato e civile per lamentarsi del deterioramento della sua creatura. Ma certamente dispiaciuto. Quella scultura era un omaggio alla città. Ingrata. Anche perché la manutenzione era stata promessa. O no?

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