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INVIATO CITTADINO C'era una volta la fontana del Post, ora tutto è in rovina

Una lenta agonia e un “rigor mortis” che la rende ormai un residuato irrecuperabile

C’era una volta… la Fontana sonora e luminosa del Post. Ora è tutto in rovina, fra transenne e immondezze. Quell’oggetto era partito male. Sebbene esercitasse un certo appeal: infatti, bastava avvicinarsi, e il modernissimo manufatto cambiava suono e colori. Ma le “mirabilia” della modernità e della scienza sono durate pochino.

Qualche anno fa ne segnalammo il blocco, facendo inquietare l’allora direttore. Del quale, poi, diventammo amici.c“Le pompe – si disse – si bruciano continuamente”. E da qui le continue spese. Ma le cose che non funzionavano erano parecchie. Compreso il getto fuori misura che spruzzava con troppa veemenza, facendo finire l’acqua oltre la vaschetta di raccolta.

Ora – diversamente da quella liricamente cantata da Aldo Palazzeschi, semplicemente “malata” – la fontana della piazzetta del Post ha esalato da tempo l’ultimo respiro. Una lenta agonia e un “rigor mortis” che la rende ormai un residuato irrecuperabile.

Una parte degli elementi sono transennati. Di acqua se ne trova di più nel deserto libico. Quanto alla vaschetta di raccolta… “il tacer fia bello”. Quella cavità orizzontale è ormai ridotta malissimo e utilizzata come un cestino dell’immondezza: scatole, pacchetti di sigarette, pack, bottiglie di plastica. Insomma: un esempio lampante di raccolta “indifferenziata”.

Chi sa, e chi può… faccia. Altrimenti è meglio sbaraccare tutto e rimontare la precedente spirale che aveva al centro una canellina. Funzionante.

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