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Giuseppe Fioroni, filantropo discreto e generoso. Ci mancherà come uomo e come benefattore, dicono gli Amici del Malawi

Nel Paese africano realizzò opere nel nome e nella memoria della moglie Anna Ciurnelli, deceduta nel 1995, e della figlia Silvia, scomparsa nel 2013

Giuseppe Fioroni, filantropo discreto e generoso (foto 1, esclusiva Sandro Allegrini). “Ci mancherà come uomo e come benefattore”, dicono gli Amici del Malawi. “Oltre alle opere realizzate, ogni volta che si chiedeva, Beppe metteva mano al libretto degli assegni e scriveva”, testimoniano.

Ma perché il Malawi?

Proprio in quel Paese, bisognoso di tutto, Giuseppe realizzò opere nel nome e nella memoria della moglie Anna Ciurnelli, deceduta nel 1995, e della figlia Silvia, scomparsa nel 2013.

Sulle orme di monsignor Remo Bistoni e di Padre Stefani (“Duccio”). Giuseppe aveva seguito la strada aperta dal nostro don Remo Bistoni e da Duccio, i due religiosi co-fondatori dell’Associazione. Don Remo, di cui l’Inviato Cittadino ha condotto la commemorazione (nel 2019, a cinque anni dalla morte, nella Sala del Dottorato, col cardinale Bassetti, don Saulo Scarabattoli, Isabella Giovagnoni, la famiglia), ne aveva parlato diffusamente e con ammirazione. Don Remo aveva raccontato l’avventura malawiana nel suo bel libro “Dal Tevere allo Shire” che mi chiese di presentare nella sala consiliare del Palazzo della Provincia.

Le opere realizzate da Beppe.

Dopo le opere in memoria della moglie Anna, Giuseppe realizzò l’ampliamento delle strutture, in omaggio alla figlia Silvia, morta improvvisamente nel 2013, nella città del Grifo, dove era tornata per far visita al padre, insieme alla figlia adolescente Anna.

La documentazione a perenne memoria.

Una targa esterna alla struttura (foto 7) riporta un’immagine di Silvia che soffriva di “mal d’Africa”, continente di cui amava la natura e le persone, in special modo i bambini.

Fioroni e l'impegno in Africa

In Malawi altri benefattori, fra i quali Cucinelli, i coniugi Consalvi-Covarelli, Assunta Ferrari Caloni, Libiana Verbena Delli Ponti.

Insieme a Beppe Fioroni, intervenne in Malawi anche Brunello Cucinelli, cui va il merito di aver realizzato l’Asilo Chalera e soprattutto il “Solomeo rural hospital Pirimiti”, d’intesa con l’associazione Amici del Malawi.

Ma sono da ricordare anche i coniugi Consalvi-Covarelli che hanno donato fondi per costruire l’asilo Lita, vicino all’ospedale. E pure Assunta Ferrari Caloni, per l’Asilo Kunsyia, come anche Libiana Verbena Delli Ponti per l’asilo Lisanjala.

Come nacque l’Associazione Amici del Malawi.

Tutto nasce da un’intuizione di monsignor Remo Bistoni (che ci ha lasciato il 9 agosto del 2014), fondatore del gruppo spontaneo “Amici del Malawi”. Fu lui, insieme a Duccio, a dare corpo a questa straordinaria iniziativa, partita da un’amicizia nata casualmente, in treno, e diventata un’impresa collettiva di grande efficacia e produttività.

Uno storico gemellaggio per volontà di Ennio Antonelli.

Venne poi il gemellaggio tra la nostra diocesi e quella di Zomba, nel 1991, sancita per volontà dell’arcivescovo Ennio Antonelli, che volle mandare contributi regolari per il mantenimento della Chipini Clinic.

Oltre a don Remo, tra gli “amici” è scomparso anche il medico Fabio Giaimo, innamorato degli abissi e deceduto vicino all’isola delle Formiche.

Ma anche suor Anna Maria Guidotti, anche lei medico, morta in un incidente stradale proprio nel suo Malawi.

Cosa ha realizzato Beppe Fioroni.

Il nostro Beppe – artista, pittore, musicista, business man – ha speso denaro ed energie per la creazione di un’opera che rimarrà fondamentale per le sorti di quel poverissimo Paese africano. Si tratta del “Politecnico Arti e Mestieri” (foto 5) costruito a Thondwe, non lontano da Zomba, secondo un’intesa formalizzata col vescovo di allora, Allan Chamgwera.

Cosa si fa in quella scuola.

In questa scuola s’insegnano vari mestieri, come la muratura, la falegnameria, la meccanica, la sartoria, il cucito e il ricamo alle ragazze. Per tutto il periodo di apprendimento, i giovani vengono ospitati nei locali che la generosità di Fioroni ha loro messo a disposizione.

Un’ampia sala didattica serve da location per gli apprendimenti di base (foto), che poi vengono messi a frutto nei laboratori relativi ai vari insegnamenti.

Una volta conseguita la maturità professionale, gli studenti tornano ai villaggi d’origine, dove spenderanno con entusiasmo le competenze acquisite.

Quello splendido dormitorio.

Vicino al Politecnico c’è un bel laghetto artificiale e in alcuni dei 40 posti letto vengono ospitati anche il personale sanitario e i familiari di alcuni degenti del vicino ospedale di Cucinelli.

Tutto è a norma: dai bagni alle strutture di servizio, dalle cucine ai magazzini.

Fare del bene senza sbandierarlo ai quattro venti. L’etica di Giuseppe.

Questa la filosofia di Beppe Fioroni. Che amava ripetere “il bene va fatto, non raccontato”. Solo chi ha avuto la fortuna di conoscerlo può testimoniare la generosità di uomo e il talento incommensurabile di artista. Ne sentiremo acuta la mancanza.

La Casa Perugia e la presenza dei nostri amici Pontefelcinesi.

Non lontano da queste strutture è attiva la residenza “Casa Perugia”, nata per accogliere i volontari che si recano in Malawi per costruire, coordinare, conferire denaro e attrezzature. Come nel caso di un potente generatore, consegnato e montato a cura di Pier Paolo Vicarelli (autore delle foto in gallery), nipote di don Gino, altra punta di diamante dei Pontefelcinesi “Amici”.

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