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Presentato ai Notari il reperto cinematografico che racconta i funerali di Cesare Fani nella Perugia del 1914

E intanto si prepara il racconto della Vetusta "in camicia nera" attraverso i filmati di propaganda del periodo

Presentato ai Notari il reperto cinematografico che racconta i funerali di Cesare Fani nella Perugia del 1914. E intanto si prepara il racconto della Vetusta in camicia nera.

Una pellicola rocambolescamente sottratta alla distruzione e al rischio di autocombustione, quella che documenta impeccabilmente quel doloroso evento, vissuto con intensa partecipazione dalla città in tutte le sue componenti. Ben 40 mila le presenze per un corteo che si dipana per oltre tre ore, fra bande, sfilate, discorsi, commozione generale.

Bagno di folla, associazioni laiche al seguito del feretro, con doppia ala di gente che assiste all’evento.

Hanno adeguatamente contestualizzato il personaggio Cesare Fani un manipolo di esperti.

Dotta introduzione dell’assessore alla Cultura, e storico, Leonardo Varasano, che ne traccia il profilo di “difensore di Perugia”. Premessa seguita dall’intervento, tinto di affetto, ma anche di spigolature personali e professionali, da parte del discendente Cillian Roberto Fani O’Broin.

È stata quindi la volta della storica Erminia Irace che ha svolto un’ampia e documentata diegesi biografica, con specifici riferimenti ad aspetti della città e dei suoi personaggi, individuabili nel filmato. Interessante, e poco nota, la circostanza dell’abbattimento del palazzo nella zona adiacente al rimbocco che sarebbe poi diventato l’ampia via urbana che collega il corso e piazza del Sopramuro. Dal lato opposto, com’è noto, il cosiddetto “Tempio delle lasche”, come veniva definita la pescheria, introdotta da presuntuose colonne, come se si trattasse di un edificio istituzionale.

Quello che colpisce l’Inviato Cittadino sono aspetti di specifico interesse. Ad esempio, notevole il fatto che la gente guardi costantemente in macchina, consapevole di essere immortalata. Poi gli annunci funerari affissi sul muro del Palazzo dei Priori. La narrazione che propone gente elegante in marsina e cilindro, costantemente inquadrata, mentre sullo sfondo compaiono personaggi del popolo, uomini, donne e bambini mal abbigliati e dimessi. Quindi l’annuncio, a mezzo stampa, della proiezione pubblica al cinema Turreno, nella consapevolezza del grande interesse suscitato dall’evento, cucito intorno a un personaggio di tal rilievo. E la nota del giornale che preannunciava la donazione di parte dell’incasso da devolvere alla costruzione di un busto di Fani, invero mai realizzato.

Il magistrato Giuseppe Severini delinea azioni, ruoli, impegni dell’uomo e del politico, dell’avvocato e del patriota.

Quindi lo storico del cinema Fabio Melelli (coautore, con Michele Patucca, dell’operazione di recupero e divulgazione del filmato) svolge una documentatissima diegesi sullo stato della produzione cinematografica italiana coeva alla pellicola proposta.

Michele Patucca chiude presentando alcuni dei problemi posti dalla conservazione di reperti del genere, soffermandosi su tecniche e tecnologie di recupero.

Infine il filmato completo, non cromatizzato: proiezione seguita con vivo interesse.

A chiudere, uno spot per anticipare un importante work in progress che racconterà la Perugia in camicia nera. Ossia eventi e spigolature cittadine ricostruite attraverso la produzione cinematografica dei GUF, di marca dichiaratamente ideologica e propagandistica. Ma certamente utile – fatte le tare del caso – ad offrire uno spaccato della vita perugina intorno agli anni Trenta del Novecento.

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