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INVIATO CITTADINO Monteluce. Festa di popolo per don Luciano Tinarelli, splendido giovane novantaseienne

Affettuoso ed entusiastico l’intervento del cardinale Bassetti

Monteluce. Festa di popolo per don Luciano Tinarelli, splendido giovane novantaseienne. Coro delle monache (con meravigliosa restituzione degli antichi affreschi), affollato all’inverosimile. L’occasione di questo raduno è offerta dalla presentazione del bel libro di Mario Roych, “Don Luciano. Alla Sapienza e a Monteluce. Una storia da raccontare” (di cui parleremo nella rubrica LETTI PER VOI). 

FOTO - Monteluce. Festa di popolo per don Luciano Tinarelli


(foto Sandro Allegrini)

Affettuoso ed entusiastico l’intervento del cardinale Bassetti che ricorda come il ‘giovane’ don Luciano sia stato il primo prete ad andare a visitarlo nella sua nuova dimora in Città della Pieve.

E poi una serie di riflessioni-provocazioni da toscanaccio, come una chiacchierata tra amici. Ché questo era il clima in sala: intriso di affetto e complicità.

Intanto la citazione dei 73 anni di presbiterato e poi una snella cronologia. Don Luciano è nato nel 1926, quando regnava Vittorio Emanuele III e sedeva in soglio Pio XI. E quando vigeva il Regime… “ma non era colpa tua”, chiosa l’arguto cardinale (alle spalle del cronista, don Saulo Scarabattoli… ridacchia).

E poi qualche aneddoto, anche su Leone XIII (nato Vincenzo Gioacchino Raffaele Luigi Pecci) e sulla sua voglia, poco spirituale e molto terrena, di non… morire giovane (ne campò ‘solo’ 93).

Un commento salace sul ritratto di don Luciano in copertina: occhi che dicono tutto. “Sguardo lucido, perspicace, penetrante, serio, ammiccante… eternamente giovane”.

Un libro – dice Bassetti – che è molto più di una biografia, ma offre uno spaccato storico-antropologico dei passaggi epocali di un quartiere e dell’intera città, attraverso la narrazione di fatti e la descrizione di personaggi.

Il cardinale declina alcuni passaggi delle esperienze umane e sacerdotali di don Luciano, fra tradizione e innovazione, fra rigore e apertura alle innovazioni liturgiche. Con uno sguardo particolare ai rapporti con l’Onaosi. Parroco di Monteluce per oltre mezzo secolo, succeduto a don Ugo Palmerini, fondatore della parrocchia nel 1913 e personaggio raccontato nella splendida “Ballata fra due guerre” del grande monteluciano Carlo Vittorio Bianchi.

Don Luciano, prete capace di conciliare personalità così diverse come la poetessa Ilde Arcelli, Ferruccio Chiuini, Carlo Brutti, Ennio Picchio, il direttore Giacomo Santucci: comunisti e democristiani, credenti e agnostici. Don Luciano ha sempre parlato con tutti. E continua ancora a farlo.

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