PERUGINERIE Quando, per Ferragosto, andavamo con Goti e Lucertini alla ‘Pregiutteria’ di Monte Malbe
Alla “Pregiutteria” non si mangiava solo, ma ci si divertiva da perugini doc, fra chiacchiere e racconti, discussioni e letture
Quando, per Ferragosto, andavamo con Goti e Lucertini alla ‘Pregiutteria’ di Monte Malbe. Ce lo ricorda un filmato di Gino Goti, giornalista e film maker, regista e attore, esponente della cultura nazionale e accorto divulgatore del dialetto perugino.
Una testimonianza in cui ricorrono le care figure dei poeti Tosello Silvestri, Nello Cicuti, Gian Paolo Migliarini. Ma, soprattutto, l’indimenticabile Pasquale Lucertini, fonte di ilarità e arguzia tutte perugine.
VIDEO Ferragosto, la storia della “Pregiutteria” di Monte Malbe
Ci disse Goti: “Venite con me a Monte Malbe. C’è un amico, Giorgio Caporalini, che ha fondato un Circolo in cui si parla e si mangia perugino”. Alla proposta di Goti (che, diceva Pasquale, “ce chiappa”) non si può rinunciare. Così andammo, come Accademia del Dónca, con Gian Franco Zampetti e Leandro Corbucci (miei braccio destro e sinistro, attori nella nostra amata lingua locale), con mia moglie Rita e un manipolo di amici.
Giorgio, ex macellaio, è il più grande affettatore di prosciutto al mondo. La sua fama si spande per il globo terraqueo. Tanto che è stato capace di portare il prosciutto di Norcia fino ai regnanti di Svezia, per i quali ha affettato la delizia suina. Senza contare le più comode trasferte alla sede della Pro Ponte in via Tramontani, dove fa fuori un prosciutto in un’oretta o poco più. Mentre gli si para davanti una folla, avida e golosa, con la fetta di pane su cui appoggiare una striscia interminabile di “pregiutto”.
Alla “Pregiutteria” non si mangiava solo, ma ci si divertiva da perugini doc, fra chiacchiere e racconti, discussioni e letture. Mangiando anche torta e prosciutto, e pure pasta, pollo all’arrabbiata, erba campagnola, insalata dell’orto di Goti, specialista anche nella preparazione di memorabili panzanelle. Cose fatte con le sue manone, capaci di passare dalla spremitura del pan bagnato raffermo all’uso della telecamera e del mixer, dalla radio/telecronaca sportiva al cazzeggio tosco-perugino, dalla bici ai Baci (Gino, prima che giornalista, fu dipendente della Perugina).
Alla pregiutteria, Pasquale Lucertini col microfono in mano raccontava storia e storie. Della Rai di “Qua e là per l’Umbria” e dell’asino intelligente della pubblicità dei mangimi, fatta insieme a Mariella Chiarini. Un somaro assai più lucido e gentile di tante persone. E leale. Soprattutto. Di personaggi intervistati quando, in veste di barbiere, Pasquale faceva loro pelo e contropelo. Con la parola, già, non col rasoio. Che si parlasse di politica o di sport. Pasquale andava matto per il Grifo, amava Cernicchi, defensor del dialetto perugino, perculeggiava allegramente figure e figuri della città d’Euliste. A Monte Malbe lodava il fresco e la natura. Il buon bere e il buon mangiare. Ricordo che, quella volta, oltre al pregiutto, chiese a Giorgio una bistecca. Con l’età si era molto concentrato sulla gola. Ma, per lui che da giovane aveva fatto la fame, non era peccato. L’aveva desiderata tanto, una bistecca, specie quando non poteva permettersela.
Chissà dove sarà ora, forse stella fra le stelle, il carissimo Pasquale, che ci ha fatto tanto ridere, ma anche pensare. Perché era tutt’altro che un uomo superficiale. Che ha lavorato e sofferto per farsi largo nella vita. Ed era forse troppo tardi, quando ha fatto qualche soldo (non vendendo macchine da cucire, come da giovane, ma proponendo abbigliamento elegante e sportivo). Diceva a qualcuno “Quanto vesti male. Viemm’ a trovà… che te do na sistemata!”. Ora abbiamo chiesto al Comune di intitolargli una strada o una piazza, un vicolo o una rotatoria. Chissà se lo faranno!
Questo ripenso in un ferragosto uggioso. Uno dei tanti. Quando ricordo quella comitiva. Con Pasquale che (mi disse al funerale Enrico Vaime) ci ha fatto sempre ridere… meno quella volta là. Quando, alla chiesa nuova di Santa Lucia, lo accompagnammo a quell’ultimo, inevitabile viaggio.
Comunque, ricordi a parte, caro lettore, bando alle malinconie. E… auguri di cuore dall’Inviato Cittadino.