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Prossima riapertura ex FCU. Occasione perduta per sperimentare il TramTreno. Parola di Alessio Trecchiodi del Comitato Ultimo Treno

Il servizio rimane tale e quale. Si punta ad avere una migliore percorrenza, è vero, a scapito però della frequenza

Prossima riapertura ex FCU. Occasione perduta per sperimentare il TramTreno. Parola di Alessio Trecchiodi.

Che manda un link, aggiungendo: Se lo fanno altrove, perché da noi no? (vedi il servizio TramTreno come sistema).

Afferma Trecchiodi, esperto di trasportistica, esponente di punta del Comitato Ultimo Treno e membro di Italia Nostra:

“Questa è la dimostrazione che il TramTreno è fattibile anche in Italia, se ci fosse la volontà da parte di tutti di realizzarlo, con la finalità di offrire un servizio migliore, di risparmiare denaro e di salvaguardare l’utilizzo delle ferrovie”.

Venendo a noi, come vedi la prossima riapertura?

“Nel caso della ex FCU, si parla di una prossima riapertura, grazie a consistenti finanziamenti statali. Un mucchio di soldi. Almeno fossero ben spesi!”.

C’è qualcosa di cambiato?

“Niente. La riapertura con il sistema treno non garantisce assolutamente che l’infrastruttura in oggetto abbia successo”.

Perché?

“Perché il servizio rimane tale e quale. Si punta ad avere una migliore percorrenza, è vero, a scapito però della frequenza”.

Cosa occorrerebbe per avere maggiore frequenza?

“La frequenza, per queste particolari linee regionali, è la soluzione vincente, un’assoluta necessità: quindi elettromotrici quanto più leggere possibili e cadenza di servizio elevata”.

Ma RFI, che ha ottenuto il controllo tecnico e manutentivo della linea, sta agendo diversamente, o sbaglio?

“Ha fatto le cose a rovescio. Ossia poche corse in servizio per diminuire le percorrenze di pochi minuti”.

Come ha ottenuto questo risultato?

“Ha smantellato tre stazioni tra Città di Castello e Ponte s Giovanni. Questo modo di agire, RFI lo considera come una sorta di "snellimento" quando, a parere del Comitato Ultimo Treno e di Italia Nostra, si dovrebbe intervenire proprio al contrario. Insomma: garantire un servizio ad alta frequenza, con gli stessi tempi di percorrenza, grazie al TramTreno, sarebbe la soluzione vincente”.

Ci si poteva attendere qualcosa di diverso?

“Difficilmente. Era infatti impensabile che si rivoluzionasse la mentalità di Tecnici FS che hanno sempre operato con la tecnologia ferroviaria e difficilmente sono portati ad assumere punti di vista diversi”.

Insomma: un’occasione perduta?

“Proprio così. Poteva essere un’opportunità epocale per sperimentare su questa ferrovia vicinale il sistema TramTreno e farsene un bagaglio di esperienza da diffondere in tutt’Italia. Invece, l’assenza di un approccio diverso, atto a sperimentare nuove soluzioni, riporterà questa infrastruttura a confrontarsi coi vecchi problemi”.

Quali?

“Pochissima utenza, pochi treni, finanziamenti insopportabili per la manutenzione. Quindi, proposte sempre più insistenti di sostituire il servizio ferroviario con l’autobus! Dal ferro alla gomma: una soluzione perdente. Che va in direzione opposta a quella generalmente riconosciuta come valida”.

Insomma: tutto è cambiato purché nulla cambi?

“È un copione già visto più volte in Italia. Tant’è che si sono chiuse e smantellate migliaia di chilometri di ferrovie secondarie, anche più efficienti della nostra FCU. Quella della chiusura fra qualche anno è una prospettiva da temere. Ma tutt’altro che improbabile”.

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