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Perugia-Rio, con un biglietto per il cinema di Alberto Sordi, il prof Melelli racconta il celebre attore

Docente di Storia del cinema italiano all’Università per Stranieri di Perugia, è stato ospite dell’Istituto Italiano di Cultura di Rio de Janeiro, nell’àmbito dell’evento “Ateneo Virtuale: Sordi, icona de italianidade”

Perugia-Rio, con un biglietto per il cinema di Alberto Sordi nel centenario della nascita. Fabio Melelli, “eroe dei due mondi” incanta i carioca e le università di Rio. Il contatto è avvenuto in diretta sulla piattaforma Zoom. Fabio Melelli, docente di Storia del cinema italiano all’Università per Stranieri di Perugia, è stato ospite dell’Istituto Italiano di Cultura di Rio de Janeiro, nell’àmbito dell’evento “Ateneo Virtuale: Sordi, icona de italianidade”.

Un incontro dipanatosi per due ore difilate, folte di clip e  punteggiate anche dalle domande del conduttore, il professor Guido Alberto Bonomini dell’Università Federale Fluminense, il quale ha coordinato il fiume di interventi delle tante persone collegate in diretta. La raffinata diegesi ha ripercorso l’avventura artistica di Alberto Sordi - di cui proprio il 15 giugno scorso ricorreva il centenario della nascita - partendo dalle prime comparsate nel cinema, in film come “Scipione l’Africano”.

Quindi Melelli è passato ad approfondire l’argomento del doppiaggio. Àmbito nel quale Sordi è noto per aver prestato la voce a Oliver Hardy (Ollio) in film come “I diavoli volanti” e “Fra Diavolo”.Non va dimenticato inoltre che, tra gli attori italiani ai quali Albertone ha prestato la voce, c’è anche Marcello Mastroianni, vigile urbano in “Domenica d’agosto” di Luciano Emmer.

Non sono poi mancati approfondimenti sulla collaborazione tra Sordi e Fellini e rapidi passaggi su alcuni film chiave della carriera del grande attore romano, come “Un americano a Roma”, “Il vedovo”, “Tutti a casa”, “Una vita difficile”, “Mafioso”, “Il marchese del Grillo”. Film mediante i quali Sordi ha saputo restituire, con la lente deformante della satira, tratti caratteristici e identitari dell’italiano, dal punto di vista sociale, civile e antropologico.

Particolare interesse – com’era prevedibile - ha riscosso nell’uditorio la ricostruzione dei legami di Sordi con il Brasile. Melelli ha svelato come Sordi avesse compiuto un viaggio a Rio, nel gennaio del 1964, in previsione di un film da girare durante il carnevale. Sordi, ha ricordato Melelli, girò (in occasione dei sopralluoghi) oltre cento minuti di pellicola. Il film avrebbe dovuto raccontare la storia dell’incaricato di una ditta legata al governo italiano, inviato in Brasile per chiudere un importante affare. Una volta a Rio, l’uomo incontrava una ragazza, studentessa di filosofia, che lo accompagnava a vedere la sua umile dimora, nel cuore della favela. Il tutto nel bel mezzo del carnevale più scatenato del mondo.

Questo film, che avrebbe dovuto chiamarsi semplicemente “Brasile”, poteva costituire il debutto nella regia di Sordi, esordio che l’attore romano posticipò di due anni (“Fumo di Londra” è infatti del 1966). Ma Sordi coltivò anche altri due progetti brasiliani: uno, “Cruzeiro do Soul”, raccontava del viaggio del dirigente di una squadra di calcio italiana nel paese carioca per acquistare il giocatore più forte del mondo. L’altro, “I mostri bianchi” o “Amore in bianco e nero”, narrava di una ragazza veneta innamorata, contro ogni convenzione, di un bellissimo ragazzo nero di Rio De Janeiro. Tutti progetti rimasti ben chiusi nel cassetto di Sordi, senza mai vedere la luce. Circostanza, peraltro, non rara nell’ambiente cinematografico.

L’interesse suscitato dalla conversazione è stato elevato. “Anche se – precisa Melelli – si è trattato di una sgobbata, protrattasi fino a note inoltrata, causa la differenza di fuso orario. Ma la fatica è stata ampiamente ripagata dagli interventi, dalle curiosità suscitate e dalle relative domande. Insomma: un po’ di cinema italiano, in terra carioca, non ci sta affatto male.

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