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Caos esami di abilitazione, i candidati: "Colloquio orale su tutte le materie e se salta la connessione ti bocciano"

La protesta dei laureati che devono sostenere le prove per iscriversi agli ordini professionali: "Inascoltati da mesi

I ragazzi che affronteranno la maturità e gli esami di terza media, sanno come si svolgerà la prova, tra tesina, discussione online o in presenza. Un’altra categoria di studenti, arrivati ormai a fine percorso, invece, non sa come si svolgerà l’esame di abilitazione alla professione. Anzi, non sanno neanche se la sessione di giugno si terrà.

I laureati in psicologia, farmacia e biologia non si sentono “minimamente tutelati dalle istituzioni” e chiedono chiarezza per il loro futuro. Dopo la laurea, come tante categorie, “per poter accedere nel mondo del lavoro necessitiamo dell’abilitazione all’esercizio della professione e dell’iscrizione al nostro Ordine professionale” scrivono in un comunicato inviato dal comitato che riunisce questi studenti universitari. Per ottenere l’abilitazione è necessario sostenere e superare un esame di Stato (sessioni con duplice cadenza annuale, a giugno e a novembre) costituito da molteplici prove, che si conclude nell’arco di qualche mese.

A causa dell’emergenza sanitaria il 25 marzo il Consiglio nazionale degli studenti universitari ha chiesto al ministero dell’università di regolamentare gli esami di abilitazione alla professione. Dopo due mesi ancora non è giunta una risposta chiara. L’8 aprile vengono individuate le modalità di svolgimento alternative da quelle ordinarie, comprese modalità a distanza. Il 24 aprile l’esame di Stato è spostato al 16 luglio. Il 29 aprile l’esame viene trasformato in un’unica prova orale svolta con modalità a distanza omnicomprensiva di tutte le materie previste nell’esame di Stato canonico. Gli ordini professionali approvano tale modalità di svolgimento che, però, aveva incontrato l’opposizione degli studenti.

In questi mesi, i laureati hanno costituito un comitato e sollecitato tutte le istituzioni interessate chiedendo che l’esame venisse tramutato nel riconoscimento del tirocinio professionalizzante, così come era stato fatto per i medici tramite il Cura Italia. La proposta diventa un emendamento al disegno di legge sulla scuola, poi viene ritirato e si trasforma in ordine del giorno. Che non viene neanche discusso.

Un nuovo documento del Consiglio studentesco attenda risposta dal ministro dell’università, mentre queste ultime pubblicano bandi di concorso avvertendo che nel caso le connessioni internet saltassero durante il colloquio d’esame, starà alle commissioni esaminatrici valutare la bocciatura. La tassa di iscrizione, inoltre, non verrebbe rimborsata: 400 euro per un colloquio telematico (in alcuni casi la tassa arriva anche a 500 euro), in un momento di totale crisi economica. Un esame che, normalmente, si svolge in più di tre mesi con prove intervallate da finestre temporali di più settimane adesso viene accorpato e svolto in un colloquio telematico di cui non conosciamo neppure le tempistiche.

Il comitato di studenti sta, quindi, valutando la strada del ricorso nelle sedi opportune contro le disposizioni finali sull’esame di Stato.

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