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INVIATO CITTADINO Saldi e soldi, Befana e Piffanìa, guadrini e Innocentini

Detti della tradizione e crisi contemporanea

Saldi e soldi, Beffana e Piffanìa, guadrini e Innocentini fra tradizione e contemporaneità.

La Piffanìa tutte le feste porta via. Si concludono con oggi le festività natalizie. E la Befana (“Beffana” in perugino e “Piffanìa” la festa) porta il carbone ai bambini cattivi. Secondo tradizione, è ciò che resta del “ceppo abrugiato ntól camino”, ossia simbolicamente dell’anno vecchio e dei suoi mali.

A Perugia lo facevano un tempo i pasticceri e fra loro Carla Schucani. Carbone dolce destinato ai bambini buoni. Ultima spes dopo i regali di Natale e la detestata riapertura della scuola.

Sale”, cosa? Il costo della vita! Su questo non ci sono dubbi. E la scritta inglese, ormai internazionale, SALE, suscita più di qualche ironia in proposito.

È tempo di saldi. Ma i soldi… ci sono? L’inflazione riduce il potere d’acquisto delle famiglie, ma non si vuol rinunciare a qualche offerta fra le tante esposte in vetrina.

Il detto sugli Innocentini e la fine dei soldi. Un vecchio detto recita “Pé j Innocenntini / finite le feste / finiti i guadrini”. Il riferimento è alla Festa dei Santi Innocenti che cade il 28 dicembre. Quando, insomma, si è dato fondo alle risorse.

Quali le specialità gastronomiche della tradizione. L’esperta Ida Trotta ci racconta che per la Befana non ci sono particolari preparazioni che si discostino da quelle delle feste (cappelletti in brodo, ad esempio). Ci ricorda però che, essendo l’Epifania la prima Pasqua dell’anno, è consuetudine gustare la torta col formaggio, accompagnata dal capocollo suino, che “è la morte sua”.

Per i dolci, carbone a parte, citiamo i classici tozzetti col Vin Santo.

Questo vino è di Xantos! Angelo Valentini, esperto bromatologo ed enologo, ci ricorda che al Concilio di Trento qualcuno assaggiò del vino dolce ed esclamò: “Questo vino è di Xanto!”, riferendosi all’isola greca in cui si produceva questo liquore. Da lì, il nome Vin Santo, utilizzato anche per la consacrazione nella messa.

C’è poi il torrone che si stendeva a caldo sul piano di marmo per poi tagliarlo a pezzetti. Oggi nessuno lo fa più in casa e ci si sazia di quello industriale. Ma Graziella, al pianterreno di Palazzo dei Priori, ne ha di artigianale, da veri intenditori. Per chi si accontenta (… ma gode poco) restano panettoni, pandoro e dolciumi vari, venduti ai supermercati a prezzi di saldo (“paghi uno/prendi due… o anche tre”).

Consiglio salutista… dopo gli abusi. C’è da dire che, fra lunghe permanenze in casa e le mangiatine frequenti, è meglio tenersi leggeri. O, come i bimbi “finto-cattivi”, accontentarsi del carbone… vegetale. Quello fatto col carbone vero: di pioppo, salice e betulla. Per digerire.

I sensi di colpa e la lite con la bilancia. Per evitare spiacevoli sorprese, il consiglio è quello di ignorare, per qualche tempo, la bilancia. Toglietele il saluto! E riparlateci fra qualche settimana, quando avrete smaltito eccessi e peso conseguente.

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