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INVIATO CITTADINO Elce, scale transennate: a quando la riapertura?

Dichiarata inagibile la scala di collegamento tra via Annibale Vecchi e via Maria Bonaparte Valentini

Dichiarata inagibile la scala di collegamento tra via Annibale Vecchi e via Maria Bonaparte Valentini. La messa in sicurezza e la conseguente riapertura?… a babbo morto!

Intervento del Comune e dei Vigili del Fuoco. Su sollecitazione di qualcuno che – si dice – ha probabilmente sopravvalutato la caduta di qualche sassetto. Una verifica e il successivo transennamento per inibire il passaggio. Tanto finisce sempre così: meglio transennare.

Si levano alte le proteste dei residenti di prossimità. Infatti quella struttura esiste da oltre mezzo secolo e costituisce una comoda scorciatoia per collegare il corso dell’Elce con la zona circostante la scuola Media Leonardo.

Con la scala chiusa – dicono i genitori – i ragazzi devono fare il giro dell’orto. Specialmente coloro che arrivano coi mezzi pubblici e scendono davanti alla Coop. Finora, percorrevano la discesina e imboccavano la scala. In due minuti erano a scuola.

Adesso, invece, devono attraversare dal tabaccaio, percorrere il marciapiedi fino all’inizio di via Valentini e scendere. Insomma: diverse centinaia di metri invece che quattro passi in sicurezza, per via interna, senza traffico.

Ma che volete? La sicurezza è la priorità che ha indotto le autorità a interrompere il passaggio.

Onestamente, al dire di chi ne sa, quella scala non cadrebbe nemmeno con una bomba. È costruita in cemento armato e poggia su un muro di sostegno colossale.

Ma, se i tecnici hanno deciso di chiudere, qualche problema dovrà pur esserci!

Si tratta solo di qualche ferro scoperto un po’ ossidato”, dicono i sostenitori della riapertura. Sarà tutto da vedere e da valutare da parte degli esperti. I quali, in ogni caso, si parano… le spalle.

Ma la questione vera è un’altra. Ci si chiede a chi competa mettere in sicurezza.

Qui risuonano le dolenti note. Tocca stabilire se quell’opera fa capo, in senso proprietario, al Comune o al condominio. Se, insomma - nata come opera privata di uso pubblico e inclusa fra le prescrizioni dell’autorizzazione a edificare - sia entrata nelle proprietà del Comune che l’ha acquisita. O se, invece, sia rimasta privata di uso pubblico. In quest’ultimo caso, l’onere dell’intervento toccherebbe ai privati che dovessero risultarne proprietari.

Campa cavallo! Per dirimere la questione occorre muoversi, accertare la titolarità e procedere. Ma i tempi diventano biblici.

Speriamo non accada quanto è già successo fra via Annibale Vecchi e via Calindri. Dove la materia del contendere è costituita da due file di comode scalette che furono dichiarate insicure. Ancora si dibatte a chi spetti sistemarle: Comune o condominio. Ma intanto sono chiuse da 25 anni. Che è un quarto di secolo. E nulla è successo.

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