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INVIATO CITTADINO Elce saluta don Gaetano Romano

Verrà insediato nel marscianese il primo di novembre. Nuova sede, l’Unità pastorale numero 26 (Papiano, Cerqueto, Compignano, S. Elena)

L’Elce saluta con rammarico don Gaetano Romano, che verrà insediato nel marscianese il primo di novembre. Nuova sede, l’Unità pastorale numero 26 (Papiano, Cerqueto, Compignano, S. Elena) dove si dice preparino accoglienze festose.

Don Gaetano è stato, insieme a don Riccardo Pascolini, responsabile dell’unità pastorale numero 7 (Elce, Case Bruciate, S. Agostino al Borgo d’Oro). Don Riccardo resterà ufficialmente parroco ma, dati i suoi numerosi impegni, gli saranno affiancati un paio di coadiutori.

Grande delusione e sconforto fra i parrocchiani di San Donato all’Elce che avevano trovato in don Gaetano un attivo interlocutore e un pastore di grande umanità. Vocazione matura, trascorsi militari, don Gaetano si è subito segnalato per la grande affabilità e per il dinamismo che lo connota.

Durante il lockdown è stato colui che ha celebrato nel terrazzo della chiesa per la domenica delle Palme. Ha portato per il quartiere una parola di conforto recitando il rosario per le strade, valendosi di una macchina dotata di altoparlante.

Inizialmente il suo stile – confrontato con la riservatezza di don Luca Bartoccini e, prima, di don Angelo e monsignor Nazareno Bartocci – ha spiazzato gli elcini. I quali, però, non ci hanno messo molto a entrare in sintonia con questo prete vulcanico e apertissimo, che va al bar, gira per il quartiere e parla con tutti: di calcio (è tifosissimo della Roma), di attualità, di problemi della gente. Dice: “Quelli che non vengono in chiesa vado a cercarli dove sono”.

Uomo gioviale e discreto, non ama esibire i propri meriti, ma di cose ne ha fatte tante. Ricordo il grest, frequentatissimo da tanti bambini e ragazzi, le attività catechistiche, i lavori di consolidamento sulla scalinata di accesso al sagrato, le misure anticovid assunte con rigore. La sua dote d’eccellenza è la capacità di ascolto e d’interlocuzione alla pari. Anche durante l’omelia, scende fra l’assemblea e propone riflessioni ispirate a buon senso e offerta di indicazioni per la vita quotidiana.

In privati colloqui con l’Inviato Cittadino, a don Gaetano sfugge uno dei suoi tanti successi: quello di aver convertito ben due musulmani, un uomo e una ragazza. Senza forzature né “gratis”, ma dopo averli accompagnati attraverso un percorso di consapevolezza, prima di giungere al battesimo.

Gli elcini, per trattenerlo, ne hanno fatte di tutte: petizioni al cardinale, gruppi di preghiera, pressioni e opere di convincimento. Ma è stato deciso così “colà dove si puote ciò che si vuole”. E don Gaetano lascia San Donato con dispiacere, ma con cuore aperto verso le nuove comunità alle quali è stato assegnato. Certo che per noi elcini si tratta di un vuoto difficilmente colmabile. Sia detto senza retorica.

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