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INVIATO CITTADINO Elce, la storica edicola della Cesarina abbassa le saracinesche

Oggi dovremo conservare nello scrigno della memoria questo salotto di chiacchiere e amicizia, in cui si andava “anche” per comprare un quotidiano

Elce, la storica edicola della Cesarina abbassa le sarcinesche. Alla ricerca del giornale perduto. Situata tra la fine di via Francesco Innamorati e l’inizio di via Annibale Vecchi, all’imbocco di via Fuori le Mura. Al posto di una delle due antiche postazioni daziarie dell’Elce.

La crisi della carta stampata è giunta al culmine. Non solo e non tanto per mancanza di acquirenti, ma per gravi limiti alla possibilità di diffusione. Insomma: la moria delle edicole è inarrestabile. Porta Pesa, Monteluce, piazza Grimana e corso Garibaldi, Elce… è tutto un rosario di chiusure. Nell’acropoli non ne restano che un paio.

Il prodotto giornale è in calo. Libri, gadget, figurine, ciddì, giochi e accessori non bastano più. Le ore di lavoro sono tante e i profitti miseri.

Il colpo di grazia all’edicola della Cesarina gliel’ha sferrato la chiusura per lavori, inspiegabilmente protratta, della scuola elementare Enzo Valentini. Si sa che i bambini sono buoni clienti: non solo gadget, fumetti e figurine, ma di tutto un po’. Oggi l’edicola è divenuta un buon surrogato del negozio di giocattoli. Ci dice, ad esempio, il giornalaio di piazza della Repubblica che una buona fetta di fatturato deriva dalla vendita di souvenir e macchinine da collezione.

Tutta l’Elce, la sede centrale dell’Università di Palazzo Murena, gente di piazza Grimana erano clienti abituali della Cesarina. Noi elcini, per acquistare il quotidiano, d’ora in poi dovremo recarci a San Marco, a Santa Lucia o al tabaccaio di Oliveto.

Impossibile dimenticare la cara anziana mamma di Cesarina: una signora che dispensava sorrisi e dava resti con una precisione degna di un ventenne. E poi le chiacchiere, gli scherzi, le battute. Neanche il covid riuscì a fermarla. Cesarina si rimise alla svelta e riaprì con rinnovata energia.

Oggi dovremo conservare nello scrigno della memoria questo salotto di chiacchiere e amicizia, in cui si andava “anche” per comprare un quotidiano.

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