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E il malandrino finì tra le braccia dell'Etrusco che... colpisce ancora

E il ladruncolo finì tra le braccia dell’Etrusco…e quelle di carabinieri e polizia

E il ladruncolo finì tra le braccia dell’Etrusco…e quelle di carabinieri e polizia. Tra la frenesia della corsa e l’ignoranza dello stato dei luoghi, lo scippatore è andato a incastrarsi in un posto che si è rivelato una vera trappola.

Infatti, fra i tanti nascondigli ai quali poteva accedere (tra Archivio di Stato, giardino, Museo archeologico), ha scelto di infilarsi sotto terra. Non nelle “catacombe”, come riporta un giornale locale. “Le uniche catacombe perugine di prossimità a mia conoscenza – commenta Emanuela Casinini, coltissima storica di Perugia e dipendente del Manu – sono quelle di San Costanzo. In San Domenico le catacombe non ci sono mai state”.

Ma, improprietà a parte, al malvivente è sfuggita la circostanza che la Tomba Cutu, ricostruita al piano sottostrada, in corrispondenza del giardino, ha un solo accesso che funziona sia da entrata che da uscita. Una volta cacciatosi all’interno, si è buttato nelle fauci del leone.

Certo che lo scippatore non era sceso per ammirare la mirabile ricostruzione della tomba (scoperta nel 1983 in via Madonna del Riccio, dal pensionato Nazzareno Banella) ma cercava solo una via di scampo. Però, l’ignoranza dei luoghi gli ha fatto fare la fine del sorcio. Pare il caso di rubare un titolo a Dario Argento (che l’Inviato Cittadino scippò per un suo libro su “Velimna”): L’Etrusco colpisce ancora. E anche in questo caso il nostro antenato, che al Toppo di Monteluce dormiva il suo sonno di pietra, ha dato una lezione al malandrino.

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