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Un dolce nuovo che sa d’antico. Trionfo di babà in via Mazzini

Spopola a Perugia il fiore all’occhiello della pasticceria napoletana

Un dolce nuovo che sa d’antico. Trionfo di babà al rum in via Mazzini. Spopola a Perugia il fiore all’occhiello della pasticceria napoletana. Merito dell’antica pasticceria Scaturchio che, da Piazza San Domenico Maggiore, a Napoli (dove emise il primo vagito oltre un secolo fa, nel 1905), è arrivata fino alla Casa Bianca e alla mensa della presidenza più importante del mondo. E, da lì, è giunto fra i travertini della Vetusta. È il caso di dirlo: perché proprio di travertino sono fatti i montanti e l’architrave della vetrina che incornicia il capolavoro. E si pavoneggia “Isso”, ’o babbà, principe delle golosità, venuto a rendere omaggio alla lucumonia etrusca.

Una vetrina di Shinto, sushi restaurant, ospitato nei locali dell’ex Caffè di Perugia, offre una visione da paradiso dei golosi (foto).

Un trionfo di babà affastellati intorno al Vesuvio. Si tratta di una composizione addirittura brevettata, fin dal 1994, quando si tenne il G7 a Napoli (ricordi poco piacevoli per Silvio Berlusconi che in quella sede ricevette, improvvidamente, il giorno avanti della riunione internazionale, una comunicazione giudiziaria… che non poteva attendere la conclusione dell’evento!).

Il Vesuvio, lucidissimo e spennellato, è letteralmente assediato dai babà, mollemente adagiati su di un fianco, con la loro cupoletta a porcino.

L’Inviato Cittadino conosceva mister babà nella filologica versione della pasticcera elcina Barbara Baglioni, che poco ha da invidiare ai pur blasonati artisti napoletani. Ma ora è arrivato Scaturchio come “special guest”. Porte aperte al “trade mark”. Ma senza rinunciare a un sano sciovinismo.

Il dolce, secondo tradizione, si ispira alle ‘Mille e una notte’ e al personaggio di Alì Babà, ma per tutti è ormai semplicemente “babà” (a Napoli con due B).

Termine così caro e prezioso che, nella città partenopea, per dire “sei un tesoro”, si dice appunto “Tu si ’nu babbà”. Ma sul serio, senza troppe smancerie. Come orgogliosamente sostenne la napoletanissima Marisa Laurito, nel Sanremo 1989: “Il babà è una cosa seria…Cu ’o babà nun se pazzea”.

E i perugini non scherzano col babà. Semplicemente… lo mangiano.

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