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(RI)LETTI PER VOI Disarmati. Testimonianze di Pace: un fortunato recupero

Rivisto a distanza di ben tre lustri, il catalogo della mostra mantiene una sua intatta validità

Disarmati. Testimonianze di Pace (ali&no editrice, pagine 125, euro 20, 2007). Un fortunato recupero.

Rivisto a distanza di ben tre lustri, il catalogo della mostra mantiene una sua intatta validità. Ne abbiamo parlato su queste colonne sottolineandone l’incredibile attualità. 

INVIATO CITTADINO Pensando all'Ucraina. Inaugurata la mostra “Disarmati” in via Oberdan

Si legge nel colophon: “I Disarmati: Dario Diarena, Franco Prevignano, Marco Vergoni. A cura di: Sandro Allegrini. Fotografie: Franco Prevignano. Dis-armi: Marco Vergoni. Ritocco fotografico: Dario Diarena. Grafica e prestampa: Marco Vergoni, Stefano Daviddi. Stampa: Tibergraph srl.”).

Non ricordo questa curatela, vedo invece che fra i contributi c’è anche il mio “Armi e pacifisti”, insieme a quelli di Franco Prevignano (Diario di guerra, quelli che la pace), Romolo Rizzoli (Sport e pace). Testimonianze di Walter Pilini, Moreno Chiacchiera (Rambo di tuono), Licia Fabbri Faloci (Guerra), Gabriele Mirabassi (con Disarmati, brano per clarinetto e violoncello), Fabio Melelli (Quel ponte sul fiume dei guai), Claudio Giovagnoni-Claudio Ferracci (L’onore delle armi, storia a fumetti), Mauro Pianesi (Una pistola è una pistola), Francesca Silvestri (Fantasie dis-armanti), Stephanie Seymour (opera Hole in one), Francesco Curto (la poesia Sento il tuo pianto), Paola Pigni (la prosa Pace), Emidio De Albentiis (con una nota su Guernica di Picasso).

Seguono gli oltre centro ritratti che effigiano personaggi massimi e minimi, unificati da un persuaso atteggiamento pacifista. Mi dice Prevignano: “Gente comune e volti noti che sentono la pace come un bene inalienabile e universalmente condivisibile”.

Fra i personaggi, proposti in rigoroso ordine alfabetico (oltre al sottoscritto con alle spalle l’amata Fender) lo scultore Massimo Arzilli, il musicista Maurizio Bigio, lo storico Franco Bozzi, l’artista Angelo Buonumori, il giovane studente Andrea Cernicchi, i disegnatori Moreno Chiacchiera e Claudio Ferracci, l’attore Valter Corelli, l’allenatore Serse Cosmi, l’industriale Brunello Cucinelli, lo storico dell’arte Emidio De Albentiis, il critico Massimo Duranti, l’attrice Manuela Faraglia, il fotografo Paolo Ficola, il violinista Paolo Franceschini, il ballerino-coreografo Lindsay Kemp, i politici Renato Locchi, Maria Rita Lorenzetti, Mauro Tippolotti, la giornalista Monica Maggioni, lo storico del cinema Fabio Melelli, i musicisti Gabriele Mirabassi e Pietro Vincenti, l’inventore del Teatro di Figura Mario Mirabassi, il magistrato Giuseppe Petrazzini, lo scrittore Mauro Pianesi, il maestro Walter Pilini, i giornalisti Antonio Carlo Ponti e Paolo Raffaelli, lo chef Simone Ragni, il pugile Gianfranco Rosi, la designer Stephanie Seymour, l’editore Francesca Silvestri, il “giocattolaio” Luciano Zeetti. Oltre a Dario Diarena, Franco Prevignano e Marco Vergoni. Figure che sono ancora tra noi o che attingono alla sfera della memoria.

Non esprimo giudizi di valore su un’opera che oggi sarebbe difficile realizzare: anche per la qualità e vastità dei soggetti coinvolti. Un meritorio-derisorio appello alla pace del quale c’è oggi più che mai bisogno. Un ricordo indelebile: quello del caro Marco Vergoni, fucina di arte e ironia, portatore di valori che restano. Anche, e forse di più, anche nell’assenza.

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