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PERUGINERIE Oggi Santo Stefano (Stèfno, in perugino). Detti e antropologia legati alla ricorrenza

Proverbi, detti, note storiche e poetiche del nostro Inviato Cittadino

PERUGINERIE. Oggi è Santo Stefano (Stèfno, in perugino), protodiacono e protomartire. Detti e antropologia legati alla ricorrenza.

LA MESSA. Durante la Messa odierna, il sacerdote veste di colore rosso, per ricordare che Santo Stefano è stato un martire (testimone di fede).

UN PROVERBIO ASSAI DIFFUSO, per indicare il rapido decadimento di un oggetto di bassa qualità, suona DURERÀ DA NATALE A SANTO STÈFNO (a segnalare uno scadimento velocissimo, una durata di un solo giorno).

DETTO METEOROLOGICO. Cadendo la ricorrenza il giorno dopo Natale, va ricordato il detto meteorologico (che richiama anche Santa Lucia, erroneamente definito “l giorno più curto che ce sia”) riferito alla durata delle ore di luce. Esso recita: “Da Santa Lucia a Natale… l passo de n cane. Da Natale a l’anno nòvo… l passo de m bovo”. Che tradotto suona: “Da Santa Lucia a Natale… il passo di un cane, da Natale all’anno nuovo… il passo di un bue”. 

PERUGINERIE Oggi è Santa Lucia, ma non è 'il giorno più corto che ci sia'

SPIEGAZIONE. I due animali vengono citati in relazione alla lunghezza del loro passo. Come dire che da Santa Lucia (13 dicembre) a Natale, i giorni si allungano moderatamente (in realtà l’allungamento delle ore di luce fa capo al 21 dicembre, quando cade il solstizio d’inverno). Mentre dal 25 al 31 dicembre il prolungamento è molto più marcato.

DA RAMMENTARE CHE (DAL GRECO) STEFANO SIGNIFICA “CORONATO”. Il santo è considerato protettore degli scalpellini, come ci ricorda un post odierno del Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria, diretto dalla dinamica Maria Angela Turchetti.

LA PROTEZIONE DEGLI OPERATORI DELLA PIETRA è probabilmente connessa alla morte del santo per lapidazione. Nel caso di scultori e scalpellini, vale anche in relazione alla possibilità che scaglie di pietra balzassero nell’occhio dell’addetto.

Analoga protezione per altri operatori dell’edilizia (pietra, cemento, mattone), come muratori, tagliapietre, fornaciai.

LA CHIESETTA. In fondo a via dei Priori, davanti all’uscita della scala mobile del Pellini, c’è la chiesetta dei Santi Stefano e Valentino.

L’originaria Capella Sancti Stephani, risalirebbe all’XI o XII secolo. In città esistevano altre due chiese dedicate al proto martire cristiano: una in Porta San Pietro (Santo Stefano del Castellare, inglobata nel transetto di sinistra della grande Basilica di San Domenico) e l’altra in Porta Eburnea (Ecclesia S. Isidori et Stephani). 

NEGLI ANNI QUARANTA DEL NOVECENTO, si costruisce la casa parrocchiale sopra la Chiesa e viene (stupidamente) demolito il vecchio campaniletto. Si costruisce una canna o tromba per il pozzo, dotata di un bel parapetto in pietra con il grifo. Il pozzo era stato chiuso (nel 1908) dal parroco, eliminando la possibilità che da una finestra soprastante si attingesse l’acqua potabile per uso domestico.

Adesso passano davanti al pozzo gli spettatori che si recano al teatro Morlacchi. E l’Inviato Cittadino fra essi.

NOTA (STORICO-POETICA) PERUGINA. Il poeta Claudio Spinelli fece il chierichetto nella chiesetta di Santo Stefano. Lo racconta nella poesia “’L più bacato” in cui elogia il personaggio di monsignor Egido Giulietti, parroco per oltre mezzo secolo, dottore in teologia e lettere. Prete modernista cui la Chiesa ufficiale fece ingoiare diversi magoni. Meno male che la pagina di Spinelli lo ha salvato da un colpevole oblio.

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