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INVIATO CITTADINO Quattro aprilanti, quaranta dì duranti. E Aprile dolce dormire

Vecchia bufala meteorologica e fisiologica realtà

“Quattro aprilanti, quaranta dì duranti”. E “Aprile dolce dormire”. Vecchia bufala meteorologica e fisiologica realtà

Il primo significa (alla lettera) che, se piove domani, continuerà a farlo per altri 40 giorni. È un detto di origine napoletana, assai diffuso anche da noi. Specie nel mondo rurale in cui l’andamento meteorologico era strettamente legato al mondo imprevedibile della produzione agricola di sussistenza e alle conseguenti prospettive di benessere o carestia.

La statistica ne ha smentito la validità. Ma è pur vero che una pioggia intorno alla Pasqua asseconda la fioritura e lo sviluppo delle colture.

Il detto si richiama anche all’etimologia del mese, legata al verbo latino “aperio” e al sostantivo “aprilis”. Il senso è quello dell’apertura verso una stagione fiorente di vita, dopo il fermo dell’inverno. Oppure allo schiudersi delle corolle dei fiori.

C’è chi tende a collegare il brocardo col diluvio universale che si vuole iniziato il 1° di aprile o, secondo altri, il 17. Da cui la fama iettatoria del numero.

Altro detto aprilano è quello che recita “aprile dolce dormire”. Il proverbio sul dormire richiama probabilmente la dolce spossatezza legata alla primavera e alla risalita delle temperature.

Certo è che le giornate si allungano e l’organismo ha la necessità di abituarsi al cambio, provando una sensazione di affaticamento.

Altro detto popolare suona “Aprile, non ti scoprire”, seguito dall’altro “Maggio, vacce adagio”. In questo caso si ribadisce che il sole e la bella stagione potrebbero indurre ad atteggiamenti pericolosi per la salute, nell’illusione che ci si possa vestire alla leggera. Altrimenti detto “in girigiòla” (espressione che spiegheremo in un prossimo servizio).

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