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INVIATO CITTADINO Collegio Adisu, edificio demolito: resta solo la rimozione dei detriti

È ancora tutto un fervere di opere. Ma il più è fatto

Demolizione edificio Adisu. Consummatum est. Come cambia la città universitaria.

Tutto spianato, resta la rimozione dei detriti. Uno spettacolo inusuale, nascosto dal condominio a monte e dal grande edificio studentato a valle. 

FOTO - Collegio Adisu, edificio demolito: le immagini


(foto Sandro Allegrini)

Noi siamo andati a pescarlo, per offrirlo ai lettori, per documentarlo e per assistere al come cambia la fisionomia urbanistica e antropologica della zona dell’Elce e della Conca. Ma anche quello che accade ai servizi, principalmente destinati agli studenti fuori sede.

Dopo il colossale demolitore, all’opera un compattatore che ammucchia i materiali di risulta che andranno conferiti in luogo idoneo.

Ne abbiamo parlato in un servizio molto letto e apprezzato. Ne conserviamo in esclusiva le foto che raccontano un’operazione condotta con rapidità ed efficienza. 

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Ieri mattina è stata completata la demolizione. Abbattuti i fastigi, restavano le fondazioni: apice e pedice in efficace ossimoro. Siamo ora all’omnia remove ab imis fundamentis.

Resta la monumentale scala di sicurezza che costituisce un vero scheletro d’arte e che andrebbe conservata per ricordo di un blocco che ha ospitato migliaia di studenti. Anche come semplice belvedere: perché, da lassù, il panorama e lo skyline della città dovrebbero essere formidabili.

Palpabile la luminosità recuperata dal condominio a monte, quello contrassegnato dai civici 8 e 10 di via Francesco Innamorati. Un orizzonte la cui vista era preclusa ai residenti di quell’edificio.

Ci ha pensato anche Giove Pluvio a dare una mano. Oltre all’acqua, spruzzata a piena pressione da un solerte “pompiere”, è caduta, nella notte e nella prima mattinata, un po’ di pioggia che ha contribuito a smorzare le nuvole di polvere.

È ancora tutto un fervere di opere. Ma il più è fatto.

A questo punto, verrà demolita la coltre di cemento che ricopre le scalette di via Astorre Lupattelli, appena avrà consentito la risalita del mostro meccanico e dei mezzi che rimuovono i detriti. Che in parte potranno essere trasportati anche da via Elce di Sotto. Resterà, ancora per poco, la piattaforma creata per posizionare il formidabile demolitore. 

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Sarà una buona occasione per rifare ex novo la via intestata al fondatore della Stranieri. E per riaprire. Una riapertura lungamente attesa dai commercianti che hanno avuto la costanza di resistere. Mentre altri ci hanno rimesso le penne e hanno dovuto, mestamente, abbassare le saracinesche. Con quella mancanza di comunicazione tra le parti alta e bassa di Elce. E conseguente limitazione di pubblico e clienti. 

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Cose che succedono, si dirà. Ma spiace che ci siano famiglie ad aver perso il lavoro, col commercio che si ritrova in braghe di tela a doversi leccare le ferite.

Tutto il resto sarà da vedere. E noi staremo sul pezzo per raccontarlo ai nostri lettori. Perché crediamo sia questo il compito dell’Inviato Cittadino. Almeno quello che ci siamo attribuiti.

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