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VISTI PER VOI Una tragedia in musical. Come ti propongo Cyrano fra Fellini, Modugno, Collodi e Rostand

Ardita contaminazione, vista al Morlacchi, fra generi e linguaggi. Arturo Cirillo rielabora, mischia e mistifica, da sofisticato teatrante (attore e regista), un classico del teatro francese. E il pubblico risponde con applausi convinti e prolungati

Una tragedia in musical. Come ti propongo Cyrano fra Fellini, Modugno, Collodi e Rostand. Ardita contaminazione, vista al Morlacchi, fra generi e linguaggi. Arturo Cirillo rielabora, mischia e mistifica, da sofisticato teatrante (attore e regista), un classico del teatro francese.

E il pubblico risponde con applausi convinti e prolungati. Con lui in scena Rosario Giglio, Francesco Petruzzelli, Valentina Picello (vincitrice del premio Hystrio 2022 all’interpretazione), Giulia Trippetta e Giacomo Vigentini.

Collaborano a rendere un’atmosfera rutilante e colorata la scenografia dinamica di Dario Gessati e i costumi di Gianluca Falaschi. Insieme alle luci di Paolo Manti e alle rielaborazioni e creazioni musicali di Federico Odling.

Uno spettacolo spiazzante. Le cui prime avvisaglie si intercettano nella presenza della Lumachina, e poi degli Assassini, personaggi collodiani. Il riferimento si fa più esplicito nel finale in cui Cyrano assume ruolo e sembiante di Geppetto, che teme soprattutto la solitudine. Quella solitudine che ha attraversato la condizione esistenziale di un uomo colto e sensibile, spadaccino e poeta, il cui punctum dolens era costituito da un aspetto poco accattivante. Sul quale era però in grado di fare autoironia. A confronto con la bellezza, vacua e inconsistente, di Cristiano.

Il finale è una citazione del Circo Felliniano, in un bailamme di luci e di colori, in quella finta allegria che precede lo spegnersi delle luci. Dopo lo spettacolo, gioioso e triste, sempre un po’ falso della vita. Quando anche la gioia si trasforma in dramma. Quando le illusioni crollano inesorabilmente. E ci scopriamo irrimediabilmente vulnerabili. Quando non c’è più posto per i pentimenti e per le lacrime. Nemmeno per quelle desiderate.

Cirillo compie un’azione spericolata. Con cui pare difficile conciliarsi nella parte preliminare dello spettacolo. Mentre poi tutto scorre, una volta compresa, e accettata, la convenzione. Quando, insomma, fra spettatore e attore si stabilisce quella complicità che è precondizione indispensabile di consenso.

PS. L’Inviato Cittadino, traduttore del “Pinocchio m perugino” che piacque a Umberto Eco, si compiace delle divagazioni “lorenziniane”. Incredibile ma vero: anche lui ha scritto un Cyrano perugino che si potrà vedere, in pillole, nella prossima Estate Perugina. Nei ruoli di Rossana, Cristiano e Cyrano tre “ragazzi” di Mugnano, Colombella, e Magione. Non ci crederete: vedrete recitare, e sentirete cantare, Leandro Corbucci, Gian Franco Zampetti e, quanto a Rossana, facciamo audizioni (sempre che l’attrice mugnanese non rientri in pista). E vedremo chi la vince: tra il Dónca e Cirillo.

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