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Venerdì, 19 Aprile 2024
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INVIATO CITTADINO Crolla il muro dello Sperandio a Perugia, interrotta la strada

Se solo fosse accaduto fra le 8 e le 9, avrebbero potuto essere travolti i bambini che, con nonni e genitori, si recano alla soprastante scuola dell’infanzia e primaria Conservatorio Antinori di corso Garibaldi

Perugia frana. Crolla il muro dello Sperandio, interrotta la strada, evitata fortunatamente una strage. Lo avevamo scritto qualche giorno fa: le crepe su quel marciapiedi lanciavano un messaggio inequivocabile di crollo imminente.

Il Comune aveva mandato operai a sistemare. In apparenza. Difatti l’intervento si era limitato a colare un po’ di catrame sull’ampia fenditura, senza porre rimedio all’incipiente, e ormai manifesta, frana.

Tutto è accaduto alle 7:45 di stamane, quando si è udito un boato provocato dalla caduta di massi, terreno appesantito dalle recenti piogge e vegetazione, sul tetto (sfondato) di sottostanti legnaie e rimesse. 

FOTO Perugia, crolla il muro dello Sperandio: le immagini

Il guard rail è rimasto pericolosamente in bilico. Quella legnaia e la rimessa sventrate, la vegetazione della scarpata è in parte caduta e in parte resta in equilibrio precario.

La “fortuna”, per così dire, è consistita nell’orario dell’evento. Se solo fosse accaduto fra le 8 e le 9, avrebbero potuto essere travolti i bambini che, con nonni e genitori, si recano alla soprastante scuola dell’infanzia e primaria Conservatorio Antinori di corso Garibaldi (suore stimmatine).

Circostanza curiosa. Proprio stamattina gli operai del Cantiere Comunale avevano diposizione di transennare quel marciapiedi in condizioni di pericolo. “Che sia crollato può considerarsi, paradossalmente, una fortuna”, dicono. “Infatti avremmo isolato il solo marciapiedi, con la concreta possibilità che le auto continuassero a passare, rischiando di precipitare di sotto”.

Ora quel tratto della strada, a valle dello storico Arco dello Sperandio, è bloccata al traffico e si fa il giro.

Dice l’ingegner Mirco Rossetti, titolare della proprietà a valle, investita dalla frana: “Ho inviato numerose mail al Comune per segnalare il pericolo, valutabile a vista anche da un non addetto ai lavori. Ma nulla è stato fatto”.

“Per parte mia – aggiunge – faccio intervenire, una volta all’anno, degli specialisti per la pulitura della scarpata di mia competenza. Aggiungo che, in questo caso, il comportamento omissivo è quello del Comune di Perugia, sordo alle mie sollecitazioni e a quelle di vari residenti della zona e utenti del tratto di marciapiedi” (che è anche, per così dire, obbligato, dato che il lato opposto della strada ne è sprovvisto, ndr). “Quella scarpata è infatti di proprietà comunale e pertinenza della pubblica via”, conclude.

Peraltro, ci sono sopra delle acacie in stato poco rassicurante, imminenti su quella proprietà. E sarà il caso di verificarne lo stato di salute.

A proposito di crolli, non ci piace essere profeti di sventura ma poco sotto, all’altezza dell’Arco del Bulagaio, ci sono due ampi tratti transennati da qualche anno. Al suolo, sassi e terra. Il soprastante parcheggio, in zona parco Sant’Angelo, poggia su un muro a secco che perde pezzi. È ora di fare qualcosa. In zona Bulagaio, instabile poiché era in origine un butto, le frane sono all’ordine del giorno. Quella a valle del parcheggio di S. Antonio costò anni di attesa e un monte di soldi.

Una riflessione toponomastica e una preghiera. Com’è noto, il toponimo e l’odonimo (“dello Sperandio”) proviene dalla scritta sopra un ex convento, poi laicizzato in villa padronale (in quell’area sta la necropoli etrusca dello Sperandio, dove fu trovato, fra l’altro, il famoso sarcofago, oggi al Manu). Quella scritta recita SPERA IN DEO. È quanto ci apprestiamo a fare, se gli uomini non si assumeranno la responsabilità di intervenire.

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